È possibile fare il cuoco e non assaggiare i propri piatti? No, non lo è, come non è possibile che un consulente di viaggio non sperimenti per primo i viaggi che vuole proporre ai propri clienti. È un atto dovuto, di professionalità. Per questo ho organizzato il mio viaggio esplorativo in Vietnam, ma sarà un viaggio particolare: 11 giorni, 11 voli e un viaggio di 3 generazioni, bambini, genitori e nonni.
Abbiamo lasciato Gran Canaria questa mattina presto, perché è lì che viviamo da più di un anno, e siamo alle prese con un lungo scalo all’aeroporto di Madrid, che però sta regalando ai più giovani momenti di spensieratezza: anche questo è viaggio. È stato solo il primo degli 11 aerei che ci aspettano per attraversare 5 Stati e 2 continenti. 11 voli sembrano una follia, ma questo è un viaggio di lavoro con famiglia al seguito, quindi ho cercato di minimizzare i costi e ottimizzare i tempi utilizzando ogni scalo per incontrare i miei corrispondenti nel mondo (uno a Madrid, uno a Düsseldorf e un altro a Pechino).
Ad Hanoi, la nostra guida è anche un’amica ed è venuta a prenderci all’aeroporto alle 5 di mattina. Una delle cose più rassicuranti quando arrivi a destinazione dall’altra parte del mondo è trovare qualcuno che ti sta aspettando e ti permette di rilassarti perché si prenderà cura di te per un po’ di giorni.
I nostri due giorni ad Hanoi sono fatti di un caldo avvolgente e di una miriade di motorini suonanti già di prima mattina. La guida ci racconta che in Vietnam ci si alza molto presto e la sera si cena verso le 18:30, così i ristoranti chiudono già alle 22. «Siamo arrivati nell’altro mondo» è la conclusione di mio figlio, mentre ci rinfreschiamo nella piscina all’ultimo piano dell’hotel e guardiamo la città.
I monumenti di Hanoi sono belli, tutto è bello, ma quello che mi fa impazzire è lo shock culturale, è accorgersi della vita delle persone del posto, annotare tutte le differenze che la mia mente cataloga come strane. Ma nel momento in cui la mente scopre qualcosa di strano, lo raccoglie come nuova informazione, lo rende sapere, e la stranezza diventa solo novità. È così che il viaggio apre la mente.
Da Hanoi salpiamo in sampan (la tipica imbarcazione piatta e in legno) sul Fiume Rosso per visitare le grotte di Trang An, nella regione conosciuta come la baia di Ha Long terrestre. Le grotte sono lunghe chilometri, ma la dolcissima signora vietnamita di 72 anni che manovra il sampan ha la forza e la resistenza per portarci per ore lungo il fiume, senza perdere mai il suo meraviglioso sorriso.
Ero molto curiosa di assaggiare la cucina vietnamita in una casa vietnamita, per raddoppiare l’esperienza. La nostra guida viene a prenderci verso le 20 con pulmino e autista e ci porta a casa sua, dove sua mamma ha cucinato per noi. Hanoi la sera è un fiume di motorini; passiamo vicino al lago Hoan Kiem e al ponte rosso del Sole nascente e, nonostante i rumori del traffico, l’atmosfera è davvero rilassante.
A destinazione restiamo un po’ perplessi: siamo davanti a un negozio di vestiti ed è da lì che entriamo… Scopriremo che i nostri ospiti hanno affittato il piano terra! La casa è tutta slanciata verso l’alto perché si preferisce acquistare pochi metri quadri di terreno per poi costruire in altezza. Subito dopo il negozio c’è la cucina, ma poi si sale al piano superiore che ospita solo una camera, al piano superiore la sala della musica, al piano superiore un’altra camera e all’ultimo piano una terrazza colma di piante e fiori, dove si trova l’altare degli antenati. Da perfetta mamma viaggiatrice mi ritrovo a pensare a Mulan: gli antenati sono una presenza forte e importante, all’altare si arriva scalzi e in silenzio. È un luogo rispettato e amato, che lascia una sensazione di protezione più che di tristezza.
La tavola è bellissima, come il sorriso della cuoca. Lei parla solo vietnamita, allora la guida ci spiega che normalmente il tasso di peperoncino sfiora il rischio d’incendio ma che hanno cucinato ricordando che noi non siamo per nulla abituati. Cibi strepitosi, compresi gli spiedini di carne avvolti nella citronella… che non è solo un antizanzare! La serata si conclude nella sala della musica, ascoltano il padre della guida che propone un repertorio tutto vietnamita.
La mattina successiva partiamo presto da Hanoi in auto privata in direzione Ha Long, l’ottava meraviglia del mondo. Lungo il percorso ammiriamo i meravigliosi paesaggi delle risaie. Ad Ha Long ci attende un’infinità di persone, ma la nostra guida si destreggia alla grande e ci fa salire sul traghetto in men che non si dica. Dobbiamo raggiungere l’isola grande per imbarcarci per una crociera in giunca: faraglioni di forme bizzarre, sculture di roccia calcarea, pareti a picco, fiordi, grotte, piccole spiagge e approdi si specchiano in un mare di cobalto attraversato da vecchie giunche, le leggere barchette ovali con le vele rigide caratteristiche della regione. Abbiamo pranzato a bordo, fatto un’escursione in canoa, partecipato a un corso di cucina, fatto il bagno in mare circondati dai pesci e avvistato una medusa di una grandezza incredibile. Dopo la cena sul ponte a base di pesce fresco, abbiamo dormito come bambini, cullati dal mare calmo della baia. Al risveglio una lezione di tai chi, la prima colazione e poi abbiamo proseguito l’itinerario in giunca visitando un villaggio galleggiante dove si coltivano le perle.