Ti dicevo che sono appena tornata dalla Groenlandia e che ho scelto di fare un viaggio stanziale, quindi niente soluzione di tour per vedere il più possibile nel tempo a disposizione, ma il desiderio di immergermi in un luogo. Per quanto Tasiilaq, la cittadina sulla costa orientale della Groenlandia dove ho fatto base, non conosca cinema, librerie e negozi per lo shopping, la noia non è un’opzione disponibile.
Lo spettacolo della natura
Scivoli sull’acqua a bordo di un kayak e dopo tre ore dovresti sentire la fatica nelle braccia, ma sei tutto preso dallo stupore mentre costeggi un iceberg che ti abbaglia con il suo bianco candido. Poi ci sono le sfumature di blu della porzione che sta sotto la famosa “punta dell’iceberg”, le fondamenta oceaniche del palazzo di ghiaccio. E, infine, l’azzurro che è il vero azzurro, quello del pastello di scuola, quello a cui tutti pensano quando dici “azzurro” e che si trova in genere sotto il pelo dell’acqua. Tutto questo solo nel fiordo di Tasiilaq.
Quando non ne vuoi sapere di muoverti a forza di braccia, puoi ripiegare sulle escursioni in barca: oltre allo slalom tra gli iceberg, avvisti balene (soprattutto megattere, ma anche capodogli o orche). Ci si avvicina e si spengono i motori per ammirare da vicino l’eleganza di questi giganti. E’ inevitabile trovarsi a immortalare lo sbuffo dello sfiatatoio o la coda che si staglia sull’orizzonte prima che la balena scompaia nella profondità di questo oceano che sembra solido per quanto è scuro.
Visto che in Groenlandia non ci sono strade al di fuori di quelle che percorrono l’asse principale dei piccoli centri abitati, la barca resta mezzo indispensabile, insieme alle proprie gambe, per visitare i dintorni. Per non congelarti in navigazione, ad agosto indossi gli strati che vanno dalla calzamaglia al wind stopper con tanto di passamontagna, ma poi non ti resta che sederti a contemplare calotte di ghiaccio, iceberg alla deriva, un paio di villaggi fatti da un gruppo di casette in legno colorato. Anche la sola variazione dei colori in funzione dell’orario e della luce merita il tour.
Quando punti alle camminate, c’è solo l’imbarazzo della scelta, perché i sentieri tracciati sono pochi, ma non ci sono divieti di accesso ad alcuna area, per cui puoi scegliere la tua strada facendo i conti con il livello di allenamento e la conformazione del territorio. Ti basta poco per capire che ci sono quattro accorgimenti indispensabili:
- portare sempre con te la retina con la quale incappucciarti, perché ci sono giorni in cui moscerini e piccole zanzare sono in libera uscita e provano a infilarsi ovunque;
- informarti circa eventuali avvistamenti di orsi polari nella zona, perché la Groenlandia non è fatta di pianure attraverso le quali tu possa individuarli, ma è roccia che sorge dal mare e forma monti e vallate, per cui quando vedi l’orso è perché gli stai per pestare i piedi… La loro naturale area di caccia sarebbe più a nord, ma capita che si facciano trasportare dagli iceberg verso sud e si avvicinino alle aree abitate. Nessuna necessità di fare l’allarmista, ma non ha senso nemmeno giocare a fare l’eroe, soprattutto se è sufficiente chiedere informazioni prima di decidere il tuo itinerario;
- spalmarti la crema solare che hai fatto la fatica di portare nel bagaglio, perché le temperature possono essere miti (tra i 5 e i 15 °C), ma non è detto che lo sia il sole con la tua carnagione da cadavere;
- indossare gli occhiali da sole se l’escursione prevede una camminata sull’ice cap, perché gli occhi servono sempre, ma soprattutto sono utili per vedere la Groenlandia.
Troppo bello per essere vero? Provare per credere.
– Fotografie di Laura Antoniolli –