Qui non si parla di libricini da sfogliare né di liste di cose da fare compilate leggendo recensioni online e annotando consigli di amici e conoscenti. Qui si parla di persone, guide in carne e ossa: il driver che ti scarrozza per tutto il viaggio, il cicerone specializzato su una località, la guida locale o la guida italiana che ha fatto della tua destinazione la sua patria d’elezione, che parte e torna con te o ti accoglie sul posto. Viaggiare da soli è la vera scoperta oppure la guida è utile o persino necessaria? Ecco 4 aspetti più 1 da valutare per risolvere il dilemma del viaggio con guida o senza guida.
1. Dimmi dove vai
Sicurezza e accessibilità di un luogo possono fare la differenza, senza dover scomodare situazioni geopolitiche delicate. La tua destinazione presenta regole che non ti sono familiari? Per quanto tu sappia parlare inglese come un madrelingua non sai ancora snocciolare battute in swahili? Sei un appassionato lettore di geroglifici ma hai perso la lezione sul simbolismo degli Aztechi? La guida può rendere accessibile e sicuro un luogo difficilmente espugnabile solo con le tue forze. E magari ti salva da qualche scivolone.
2. Dimmi che cosa cerchi
C’è chi viaggia per lasciarsi emozionare da un luogo e da chi lo abita, dal profumo della lavanda in Provenza e da quello dei ciliegi in Giappone. E poi c’è chi viaggia per colmare lacune scolastiche e chi per mettersi alla prova, chi per toccare con mano il frutto delle teorie scientifiche e chi per vedere dal vivo tutte le specie che Piero Angela gli ha descritto anno dopo anno dalla scatola della tv. Ci sono destinazioni che con una guida “tecnica” (il geologo in Islanda, il biologo alle Maldive, l’antropologo in Burkina Faso…) diventano inesauribili miniere d’oro, e ci sono viaggi che con uno specialista (fotografo, scrittore, geografo, maestro zen…) diventano esperienze.
3. Dimmi che cosa scegli
Per alcuni il viaggio è sinonimo di libertà: scegliere dove andare, quando andarci e per quanto fermarsi. Dovere investire tempo ed energia per studiare i dettagli dell’itinerario, calcolare chilometri, guidare per ore, scoprire gli orari dei mezzi pubblici e i relativi costi è una fatica trascurabile, se non un vero e proprio piacere. Tutto pur di poter scegliere quali luoghi visitare, dove indugiare e quali must turistici ignorare con orgoglio. Per altri, invece, la libertà di scelta è solo una fatica da delegare: ecco a che serve la guida!
4. Dimmi quanto tempo hai e a quale profondità vuoi immergerti
C’è chi sfrutta qualunque occasione per una partenza, e poi si ritrova a voler incastrare la conoscenza del mondo in una finestra di qualche ora tra un volo aereo e il successivo. La guida può essere la soluzione per rendere super produttivo qualunque frammento di tempo: sa già dove portarti e che cosa farti vedere. Ma le guide possono anche farti passare dalla superficie agli infratti più intimi di un luogo con la maestria di un cantastorie, perché ci sono curiosità che le guide cartacee non raccontano e perché solo le persone possono rispondere a domande estemporanee o fornire suggerimenti su misura.
5. Ma dimmi tu…
Ho sentito una giovane donna dire che la scelta di una visita guidata è stata l’unico modo per riuscire a fare interessare il marito alle storie del luogo in cui erano stati in viaggio, le stesse storie che lei aveva cercato di condividere per tutto il tragitto in aereo. Lei non era contentissima, ma pragmaticamente soddisfatta: «Almeno così si interessa a quello che interessa a me». Pare che le guide sappiano anche salvare matrimoni, che cosa chiedere loro di più?