«Resta acceso e in 10 minuti vedrai 1000 mondi». Il consiglio arriva da Guido Bosticco, laureato in filosofia, docente di scrittura, giornalista, musicista e appassionato viaggiatore. Seduto al suo fianco, il “maestro” Andrea Bocconi benedice le sante parole a forza di cenni di assenso con il capo. Viaggiatore a sua volta, autore di libri di viaggio per case editrici affatto secondarie, nella vita è psicanalista e appassionato schermidore.

Guido e Andrea sono a Verona su invito di Luigi, titolare della libreria Gulliver: un’istituzione per la città e per gli appassionati di viaggio in cerca di manuali, nuovi racconti o nuovi incontri con viaggiatori esperti. Hanno organizzato un laboratorio sul racconto di viaggio perché pare che raccontare i propri viaggi sia l’unico trucco davvero efficace per moltiplicarli.

Come si moltiplicano i viaggi

Se i viaggi sono tesori, tu devi esserne il predone.

Non interessa come racconterai il tuo viaggio (a parole? per immagini?), dove lo farai (su carta o sul web?) né quanto sarai soddisfatto del risultato. Quel che conta è che tu ti ponga l’obiettivo di raccogliere tutti gli spunti che il viaggio potrà offrirti. Prefiggersi l’obiettivo di raccontare il proprio viaggio è il modo migliore per assumere l’atteggiamento più produttivo.

Se il viaggio è un tesoro, tu devi esserne il predone.

Il consiglio di Guido sull’attenzione è il vero segreto della moltiplicazione dei viaggi: nel momento in cui i nostri sensi sono accesi, scopriamo dettagli e inciampiamo in incontri inattesi che diventano altrettante chiavi di lettura del nostro vagabondare.

L’ho provato sulla mia pelle in un sabato a Verona, gironzolando nella zona meno frequentata di Veronetta, nel tentativo di seguire una mappa improbabile. Guido e Andrea avevano tracciato dei ghirigori a penna su fogli bianchi e quelli sono diventati la cartina mia e degli altri viaggiatori. «Seguite la mappa e raccogliete il vostro tesoro» è stata la consegna. Seguendo una riga su un foglio, ho finito per collezionare dialoghi tra passanti, odori pungenti e inquadrature di vicoli ciechi. Non ho attraversato una sola Verona ma tante, quante sono le storie che ne posso raccontare.

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3 consigli pratici

Viaggiare in modalità “ON” non è né facile né difficile, richiede solo un po’ di pratica. Ecco allora qualche consiglio per iniziare.

  1. Trova gli strumenti che ti sono più congeniali per raccogliere impressioni, immagini e sensazioni mentre cammini. C’è chi raccoglie tutta l’esperienza attraverso scatti fotografici, chi colleziona gli oggetti che trova per strada, chi registra le proprie impressioni vocali e chi, invece, usa il vecchio caro taccuino. Oppure potresti accorgerti che i post da appiccicare sulle cartine sono la soluzione più pratica. Se vuoi qualche altro spunto, puoi guardare QUI.
  2. Prendi nota di ciò che già sai faticherai a ricordare. Alcuni dimenticano tutti i nomi o finiscono per storpiarli. Altri non hanno il senso della misura per cui il costo del biglietto dell’autobus può avere un numero di cifre variabili tra uno e infinito. Sul momento sono solo dettagli, ma a posteriori possono essere il punto di partenza o di arrivo per una delle storie del tuo viaggio.
  3. Prova a cambiare la tua prospettiva. Del resto non è per quello che viaggi? Se fossi un bambino tutto ti risulterebbe più grande, se fossi un cane sentiresti meglio gli odori. Se fossi una statua, invece, sapresti distinguere i turisti dagli abitanti?

hai tra le mani un unico biglietto che porta scritte più destinazioni

Adesso sei pronto per partire: hai tra le mani un unico biglietto che porta scritte più destinazioni.