Sabrina è una donna decisa. Lo stabilisco dal tono della sua voce, miscelato all’accento toscano che mi arriva dall’altro capo del telefono, ma poi lei me lo dice chiaro: “Io sono risoluta, se ti dico di no è no. Ho viaggiato tanto: Namibia, Botswana, Zambia, Costa Rica, Belize, Jamaica, Tanzania…da sola o al massimo con un compagno di viaggio e quasi sempre con la macchina a noleggio. Ho imparato ad evitare situazioni che nascono spiacevoli e possono diventare pericolose”.
Voleva girare più o meno tutta Cuba e aveva tre settimane a disposizione, un itinerario di massima già definito e l’inclinazione della viaggiatrice che vuole conoscere il luogo, assaggiare la cucina locale ed essere libera. Anche dal lusso. Le serviva qualcuno che imbastisse le sue idee e ne creasse una soluzione di viaggio su misura, allora ha chiesto alle nostre Claudia e Adriana. Loro le hanno proposto una soluzione con alloggio in casas particulares e trasporti prenotati: le piccole strutture a gestione famigliare possono essere più o meno carine, ma garantiscono il contatto con i cubani, mentre il trasporto condiviso richiede di chiudere un occhio sulla puntualità, ma ti salva la vita sulle strade sconnesse e ti mette al sicuro dalla guida “creativa” dei locali.
Havana, Viñales, Trinidad.
Camaguey, Santiago, Holguin.
Ciego de Avila e Cayo Coco.
Leggo il suo itinerario e la prima domanda che mi viene è se sia proprio vero che il Nord dell’isola ricorda la Toscana, mentre il Sud sembra quasi un altro mondo. “Verissimo”, dice Sabrina “la valle di Viñales è campagna e piantagioni di tabacco, è un paesaggio collinare morbido completamente diverso dal Sud piatto delle piantagioni di canna da zucchero. Però al Sud ci sono tanti cavalli…ovunque in realtà, io sono una vera appassionata e non potevo non notarlo.”
Il senno di poi serve a poco, soprattutto nel caso dei viaggi, ma come non chiederle se oggi valuterebbe qualche modifica al suo itinerario? Lei condivide l’approccio e si sbilancia su tre questioni:
- se si vuole avere un’idea delle città cubane, potrebbe essere sufficiente concentrarsi su l’Havana e Trinidad con le loro case basse e colorate e qualche edificio coloniale. Unica eccezione Santiago de Cuba, chiusa nella Sierra Maestra, tra colline e mare, con il porto e la rocca del Castillo del Morro da cui si può contemplare il panorama;
- la regione centrale si può attraversare più rapidamente, buttarci uno sguardo mentre ci si sposta verso uno degli estremi dell’isola;
- il “mare” di Cuba non tradisce le aspettative con le spiagge bianche e l’oceano azzurro, ma le strutture più piccole sono comunque resort con villette suddivise in più camere fronte spiaggia che ti chiedono di indossare il braccialetto come in tutte le grandi strutture all inclusive, il che toglie un poco la poesia. Cayo Coco resta comunque una soluzione da preferire rispetto ai grandi hotel di Varadero, schierati sul lungo mare e visibili anche a distanza.
Provo a trattenere l’ultima domanda, quella che esprime dubbi sulla situazione della sicurezza (non si riesce mai a capire se è da considerare un problema reale o se è solo questione di prospettiva e di esperienza!), ma alla fine non resisto. Sabrina capisce la mia perplessità e mi racconta la sua impressione: “Non ho mai avuto problemi di giorno. Forse noi, semplicemente, non siamo abituati al loro modo di fare: gli uomini per attirare l’attenzione mandano baci e sussurri; se vai nei locali, ti invitano a ballare o ti offrono da bere. Ma non sono troppo invadenti, un giorno stavo parlando con un uomo per strada ed un secondo si è fermato a chiedermi se mi stesse “molestando”. Quindi direi che ci danno attenzioni, sono gentili, non passiamo inosservate.”
– Fotografie di Sabrina Falciani –