Quest’anno, dopo le ultime vacanze con gli amici, io e il mio fidanzato abbiamo deciso che era giunto il momento di partire soli per la prima volta. Destinazione? Sardegna!
Mancavano pochi giorni alla partenza, l’odore di vacanza era nell’aria, tutto il necessario era pronto, tutto stava andando secondo i piani. Almeno fino al primo imprevisto: la macchina ha un guasto e non si può utilizzare! È stato così che abbiamo deciso di utilizzare il furgone “Gonzalo”.
Al momento della partenza, caricati tutti i bagagli e chiusa casa, ta-dan! Notiamo che il radiatore di Gonzalo ha una piccola perdita. Non c’è tempo per pensare a un’alternativa e non se ne parla di rinunciare alle nostre vacanze. Recuperiamo allora una piccola tanica che riempiamo d’acqua per ripristinare le perdite. E partiamo. Con le dita incrociate…
Con qualche sosta di sicurezza, arriviamo al terminal dei traghetti di Livorno in un paio d’ore. Tiriamo finalmente un sospiro di sollievo: primo step di viaggio, andato! Ora siamo sicuri di raggiungere la nostra meta. Nell’attesa dell’imbarco ci si sfida a colpi di burraco e, una volta a bordo, saliamo sul ponte in cerca di un posticino dove passare la notte. Ci svegliano il sole che sorge e il profumo di brioches quindi non può che aspettarci una bella giornata.
Cannigione e Costa Smeralda
Attracchiamo a Olbia verso le 9 del mattino, diamo da bere al nostro bolide e ci mettiamo in marcia verso la prima tappa: Cannigione, Costa Smeralda. La Sardegna ci affascina subito grazie al suo territorio variegato: da una parte il mare e la vita che nasconde, dall’altra le montagne e, in apparenza, il nulla.
Arriviamo al campeggio e raggiungiamo la nostra piazzola dove scarichiamo “Gigia”, la nostra tenda, da Gonzalo. Con il borsone al seguito e un sorriso smagliante, ci rechiamo al diving dove ci aspetta un amico storico: avremmo dovuto iniziare a fare immersioni insieme, invece sono diventata guida e con lui nemmeno un’immersione… almeno sinora!
San Teodoro
La seconda tappa è San Teodoro. Campeggiamo a Cala d’Ambra, in una struttura molto piccina rispetto alla precedente, ma forse più intima. In ogni caso ci aspetta una signora piazzola: leggermente rialzata, vista mare e con il barbeque a fianco, sembra aspetti proprio noi! Il tempo non è dei migliori, così nel pomeriggio andiamo in avanscoperta in paese. Di giorno tranquillo, di sera invece cambia volto e si colora delle luci delle bancarelle che occupano le vie del centro, mentre i locali prendono vita. La sera decidiamo di dedicarci all’enogastronomia sarda: antipasto di salumi e formaggi, culurgiones come primo (simil-ravioli ripieni di pecorino e patate) ed eseadas come dolce, il tutto accompagnato da cannonau e mirto a fine pasto. Ma che bontà!
Il giorno seguente, dato che il mare non ci consente di fare immersioni, andiamo a visitare alcune spiagge, tra cui Lu Impostu e Thaiti. In questa zona comunque sono tutte davvero belle e il tocco di classe è l’isola di Tavolara che sovrasta l’orizzonte. Arrostiti dal sole, concludiamo la giornata in bellezza con una grigliata. Un tavolo apparecchiato per due, luce soffusa e vista sul mare: la pace dei sensi.
Spinti dal vento del mattino, rotoliamo verso sud… Costa Rei arriviamo!
Costa Rei
In Sardegna ci sono giusto un paio di strade che collegano il nord con il sud, e noi volevamo vederle entrambe. Così all’andata decidiamo di scegliere quella più “storico-culturale”, che passa nell’entroterra, lasciando al ritorno la strada “naturalistica”. Facciamo una piccola sosta a Orgosolo, conosciuto anche come il paese dei graffiti. Sui muri di tutta la città si trovano diverse rappresentazioni di importanti momenti storico-culturali e politici, per lo più dell’ultimo secolo.
Arriviamo a Costa Rei nel primo pomeriggio e… tradiamo la nostra Gigia! Le previsioni non sono delle migliori e lei non reggerebbe la pioggia, così optiamo per un bungalow. Qui il paesaggio è molto più brullo, il mare è più aperto e le spiagge sono più lunghe e grandi
Al mattino ci sveglia l’odore della pioggia, così facciamo colazione e andiamo alla conquista di Villa Simius, cittadina decisamente turistica ma molto graziosa. Ci dedichiamo a un po’ di shopping fino all’ora di pranzo poi compare un timido sole e noi raggiungiamo il diving per avere notizie sulle immersioni. Dopo una giornata di subacquea nel Parco marino di Serpentara, con un bel fondale e ottima visibilità, dedichiamo la serata ai festeggiamenti con nuovi amici.
Dato lo stato di Gonzalo, per non rischiare di avere imprevisti e perdere il traghetto, preferiamo risalire a nord con un giorno di anticipo. Come da programmi questa volta attraversiamo il Parco Naturale di Orosei e torniamo dalla Signora Piazzola di Cala d’Ambra. Nel tardo pomeriggio il sole tramonta e noi ci concediamo l’ultimo aperitivo in questa location che è diventata ormai un po’ “nostra”.
La Tavolara
L’ultima notte come sempre dormo poco, aspettando che arrivi il giorno. Vedo spuntare le prime timide luci del sole, il mare è piatto, Tavolara è bella e maestosa e intorno a me sento solo il silenzio. Realizzo però che abbiamo ancora una giornata a disposizione, così sveglio il mio compagno di viaggio per non sprecare nemmeno un secondo. Nelle ultime ore ci rendiamo conto di quanto sia stata rigenerante questa vacanza: finalmente rilassati, parliamo dei nostri progetti con il sorriso stampato in viso. È arrivato il momento di tornare a casa, con la Sardegna nel cuore.
P.S. Un ringraziamento speciale va a Super Gonzalo che, nonostante gli acciacchi, si è fatto più di 1.000 km!