Immagina che un amicə stia valutando di visitare le Faroe, quell’arcipelago che punteggia l’oceano tra Danimarca e Islanda, ipotesi di confine tra Atlantico e mar di Norvegia. E immagina che, sapendo che tu ci hai trascorso qualche giorno in uno dei tuoi viaggi degli anni passati, l’amicə ti chieda di prestargli guide e mappe che avessi ancora a disposizione. Che cosa potresti offrire?
Niente più che una guida Bradt in inglese e una cartina della Danimarca, probabilmente con uno strappo causato da un’improvvisa folata di vento, che dedica un riquadro all’arcipelago faroese in scala 1:400.000. In pratica solo indizi: per quanto piccolo sia il territorio faroese, una cartina che non supera la grandezza di due spanne di una mano di donna minuta sembra più un mappa del tesoro che uno strumento dettagliato di orientamento.
Photo by Johannes Rapprich on Pexels
Provi una forma di imbarazzo, ti sembra di non riuscire a fornire quelle informazioni dettagliate e precise che nell’era del “basta che lo googoli” si danno per certe. Allora ripieghi su idee di lettura: «Se vuoi c’è un libro di una danese di origini faroesi pubblicato da Iperborea, mi pare che il titolo sia Isola». Non l’hai nemmeno letto, è salvato nella tua lista dei desideri di lettura, ma è sempre meglio di niente, è almeno un dettaglio in più.
Poi, qualche giorno dopo, rientrando a casa, il tuo sguardo inciampa sulla foto di un fiordo di Streymoy, la più grande delle isole delle Faroe, in un’iconica luce da giorno del giudizio. Allora ricordi com’era stato partire per un luogo di cui nessuno sembrava saperti dire qualcosa che ti fosse comprensibile o che riuscissi a immaginare. La difficoltà di ricordare nomi che non sei ancora certə di saper pronunciare, il sospetto con cui leggevi informazioni in inglese su un tunnel sottomarino in pietra che collega due isole. Quella sensazione annebbiata da cui si era originata l’eccitazione da prova d’esame allo sbarco dal traghetto e il piacere di conoscere, in un caffè del porto della capitale Tórshavn, l’unico abitante delle Faroe di origine italiana.
Photo by furkanfdemir on Pexels
Così smetti di pensare che saper regalare solo indizi di una destinazione sia una mancanza, al contrario inizia a sembrarti un regalo: la possibilità di gustarsi la sensazione dell’ignoto, che sia ancora possibile viaggiare oltre il limite delle mappe, scegliendo le mete giuste o evitando di collezionare notizie e testimonianze. Come se i dettagli togliessero fascino più che preannunciare bellezze.