Che c’è di meglio di una tranquilla navigazione su acque calme per rilassarsi? L’obiettivo della vacanza è fare un giro in houseboat sui canali olandesi per trascorrere una settimana all’insegna del relax. Ma il risultato è stato un po’ diverso dalle aspettative.
La partenza
Due equipaggi per due imbarcazioni: io e la mia famiglia con una coppia di genovesi sul Bucaneer 6, una seconda famiglia genovese con il cugino Carabiniere e fidanzata sul Bucaneer 9.
Il punto dell’imbarco è Warmond, nella regione dei laghi Kagerplassen, a una decina di chilometri da Leida. Dopo una sommaria scuola guida, ci imbarchiamo e partiamo trionfalmente. Navighiamo un’oretta, poi attracchiamo presso un prato sterminato sulle sponde del lago Het Joppe.
Al risveglio ci sentiamo osservati: dalla riva una moltitudine di mucche tiene gli occhi puntati su di noi.
Verso Amsterdam: il disturbo della quiete
Con il nuovo giorno, puntiamo verso Amsterdam. Il traffico sui canali è piuttosto intenso. Attraversiamo diverse graziose cittadine affacciate sul canale che stiamo percorrendo. In una di queste ci fermiamo per fare la spesa, anche se entrambe le barche sono già stracolme di vettovaglie.
Entrare ad Amsterdam dai canali è emozionante: passata la chiusa di ingresso, ci si trova in una città splendida, che vista dall’acqua assume un fascino particolare, perché la si apprezza da un punto di vista diverso, più… olandese.
I canali sono stretti, ma tutto fila liscio, a parte un testacoda del Bucaneer 9, alle prese con un difficile incrocio con una barchetta. È solo l’inizio…
Navighiamo fino al porto, che dobbiamo oltrepassare per continuare il nostro viaggio. Non è un’impresa facile: le nostre houseboat, per quanto confortevoli e spaziose, hanno il fondo piatto, che non le rende adatte per le acque profonde, soprattutto se mosse. Infatti rischiamo il ribaltamento quando incrociamo un rimorchiatore lanciato a tutta velocità. Comunque, dopo una mezzora di tensione, riusciamo a toglierci dal traffico e a raggiungere un tranquillo molo per natanti di piccole dimensioni. O meglio, tranquillo fino a quel momento. Il Carabiniere, con abile manovra, tampona violentemente alcune barche ormeggiate, dando inizio a un travolgente susseguirsi di emozioni con intervento della Polizia e comparsa di personaggi misteriosi e compagnie di assicurazione.
Dopo qualche ora di tensione, tutto si sistema e ci rechiamo al parcheggio per barche. Il nostro ingresso è ancora una volta trionfale: prima smuoviamo la tranquillità degli ospiti del “Marina Boat” con esilaranti manovre nel tentativo di parcheggiare le houseboat, quindi il Bucaneer 9 urta con violenza due barche ormeggiate. Una delle due è vuota, mentre sull’altra madre e figlia, che si stavano godendo una tranquilla siesta sonnecchiando e leggendo un buon libro, vengono sconvolte da un sobbalzo della loro imbarcazione.
Non so come, ma per cena ci siamo in qualche modo sistemati e ci dedichiamo alla degustazione della più genuina tradizione culinaria olandese alla… pizzeria “Da Luigi”.
Il giorno seguente decidiamo di lasciare tranquille le barche (e gli olandesi) e giriamo Amsterdam a piedi.
La città ha molto da offrire, tra angoli suggestivi e luoghi insoliti. Se ti interessa saperne di più, puoi leggere l’articolo 6 luoghi particolari in Olanda.
Da Amsterdam ai mulini a vento
La sera risaliamo fino all’imbocco del canale che ci porta a Zandaam. La zona è tipicamente industriale e offre ben poco, salvo l’incrocio con innumerevoli enormi chiatte che ci sbatacchiano di qua e di là negli ampi canali.
Oltrepassata Zaandam, ci troviamo immersi in uno scenario stupendo: sulla sinistra un delizioso paesino di case in legno tutte verdi, sulla destra quattro mulini a vento in funzione. Decidiamo di fermarci qui, anche se non c’è un molo, e infatti attracchiamo non senza difficoltà.
La dura legge delle chiuse
La destinazione successiva dovrebbe essere Alkmaar, ma il destino dispone diversamente facendoci sbagliare strada, anzi canale. Lo stesso destino che aveva guidato T. contro un palo subito dopo la partenza (però tutto si era risolto con grande spargimento di caffè bollente, ma nessuna vittima).
Il mattino nuvoloso e grigio man mano si abbellisce e il bucolico panorama circostante ci rende euforici. E magari distratti. Nell’incantevole pomeriggio ci accorgiamo di aver sbagliato itinerario. Torniamo indietro, ma ci scontriamo con la dura realtà degli orari: il primo ponte apribile che ci troviamo davanti non è più apribile dalle 16 in poi. Siamo costretti a fermarci lì per la notte; potremo ripartire soltanto alle 9.
Alkmaar e Purmerend
Si riparte in una giornata di sole e vento. Il percorso è dolcissimo, in aperta campagna, tra prati e mulini a vento. Tutto bene fino ad Alkmaar, dove ci fermiamo per visitare la graziosa cittadina.
Tutto male quando ripartiamo. Accostiamo un attimo alla riva per permettere a qualcuno di scendere per chiedere un’informazione, ma arriva un traghetto che deve accostare proprio lì. Retrocediamo di un paio di metri, ma ci ritroviamo incagliati sul cemento. Le manovre fanno accorrere tutta la popolazione. Ci salva il traghetto stesso trainandoci con una corda. Abituati ormai alla vergogna e al pubblico ludibrio, lasciamo Alkmaar tra l’entusiasmo della popolazione. Incredibile come i composti olandesi possano scomporsi.
Il pomeriggio è forse il più piacevole dell’intero viaggio. I canali che percorriamo sono bellissimi, anche se stretti e difficoltosi per la ridotta altezza dei ponti (infatti T. centra il pilone di un ponte e perde mezzo parapetto del Bucaneer 9).
Arriviamo infine a Purmerend e ci fermiamo. La città è molto carina.
Riusciremo a portare a termine il nostro viaggio? Tra un paio di giorni, vi svelerò il finale.