“Un viaggio nel viaggio”. Non credo ci sia definizione migliore per descrivere una donna che viaggia portando dentro di sé un’altra vita. Ma per godersi appieno questa esperienza a matriosca, è necessario prendere le giuste precauzioni senza lasciarsi sopraffare dalle paure. Quindi, a prescindere dal mese di gravidanza, approfittiamo di una visita ginecologica e rendiamo partecipe lo specialista di fiducia della volontà di fare un viaggetto, ascoltiamo i consigli e aggiungiamo il plico dei nostri documenti alla lista delle cose da infilare in valigia. Ma poi partiamo serene, certe di aver fatto tutto il necessario per tutelare noi e il nostro bimbo.
Nei primi mesi, quando la pancia c’è e non c’è, quindi non si ha ancora troppo peso extra da portare con sé, le passeggiate sono piacevoli, soprattutto se il clima è fresco. Ma l’unico vero limite è la nostra sicurezza. Le distanze che decideremo di percorrere saranno direttamente proporzionali al nostro sentirci a nostro agio in questa nuova “partenza”.
I mesi centrali sono a mio parere i più belli, perché si ritrovano energie che erano state in ferie mai richieste, le eventuali nausee tendono a diminuire e si iniziano a sentire i primi movimenti dell’“ospite”. L’unico problema è che si oscilla tra il desiderio di fare cose che poi si sa non si potranno fare per qualche tempo, e quello di attendere che la famiglia possa stare all’aperto tutta al completo.
Il mio secondo trimestre è combaciato con la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno: vivo al mare e ho optato per un cambiamento completo di scenario partendo per il Trentino. Passeggiando tra malghe e rifugi (senza superare i limiti di altitudine consigliati dai medici), ho raccolto funghi e fatto scorpacciate di canederli. E ho iniziato a guardare al futuro: prima non me ne ero mai accorta, mentre questa volta ho scoperto che ci sono molti percorsi adatti anche per bimbi piccoli o famiglie con passeggini, quindi ottime notizie per il prossimo futuro. Ma ho sentito anche racconti di partenze per Mosca a fine novembre «perché il lavoro chiama», conclusi con fotografie incappucciate sotto i fiocchi di neve.
Negli ultimi mesi di gravidanza la pancia inizia a pesare e la stanchezza torna a farsi sentire, quindi evitare i lunghi viaggi viene naturale. Fortunatamente non è necessario prendere un aereo o fare ore e ore di auto per scoprire qualche posto nuovo e affascinante. Il mare può essere la meta prediletta: inalazioni di aria iodata a volontà, nell’acqua il peso della pancia diventa neutro e la schiena prova sollievo. Oppure una piccola città dove “saltellare” tra cultura, cucina e brevi passeggiate di shopping altruistico: tutine, bavaglini e giocattoli sono doni per qualcun altro… Questo è quello che ho scelto di fare io, cogliendo l’occasione per riscoprire la mia città d’origine, Verona, nella quale non vivo più da anni, e i suoi dintorni. E poi siamo quasi a Natale e la città di Romeo e Giulietta con luci e banchetti di artigianato diventa magica, mentre sul Garda il clima si fa subito più mite e ci invoglia a fare due passi, nonostante il dolce peso.
A prescindere dalla meta, dai gusti e dalle esigenze, ciò che conta è collezionare ricordi. Perché quelli con il pancione saranno i primi viaggi di nostro figlio e solo noi potremo aiutarlo a “ricordarli”.