Parto il 22 novembre, il giorno di Santa Cecilia, patrona dei musicisti. Sono diretto a Lipsia, una delle “città musicali” tedesche, dove assisterò a due concerti nella Thomaskirche, storico tempio luterano. E come sempre, se ne ho la possibilità, parto in treno.
Prendo l’Eurocity 88 da Verona, un treno con il quale ho viaggiato tante volte. Mi porterà a Monaco, dove farò il cambio con un ICE tedesco, che in poche ore di teutonica alta velocità mi farà arrivare a Lipsia. Il Bologna-Monaco è un treno a lunga percorrenza, come quelli di quando ero piccolo. Ci trovi sempre persone interessanti, con le quali le chiacchierate sono un vero piacere. E del resto il tempo qui non manca! Anche se preferisco per natura stare da solo, finisco per farmi coinvolgere dagli altri viaggiatori, forse perché credo che anche loro amino i treni quanto me.
E allora via a parlare di come siamo fortunati rispetto a chi viaggia in aereo: possiamo portare tutti i bagagli che vogliamo con la certezza che nessuno ce li perderà, possiamo sederci belli larghi, mangiare al vagone ristorante, e via così. È un viaggiare che si usa sempre meno oggi, però a noi piace. Stavolta ho trovato un’anziana coppia tedesca che tornava da una visita ai nipoti in Italia e un imprenditore che si stava recando a Praga soddisfatto della scelta perché «con il treno riesco a lavorare, a differenza di quanto potrei fare in auto».
Dopo un lungo tranquillo viaggio, eccomi in Sassonia. La stazione centrale di Lipsia, una delle più grandi della Germania, è monumentale e ospita librerie, supermercati e piccoli ristorantini con cucina a vista, rispetto ai quali parlare di street food è decisamente riduttivo. La ciliegina sulla torta è la sua comodità, dato che si trova in centro città (altro plus di molti viaggi in treno).
Lipsia è ricolma di storia. Chiudendo gli occhi passo rapidamente dalla riforma di Lutero alla battaglia delle Nazioni del 1813, dalla Auerbachs Keller dove è ambientato parte del Faust di Goethe alla Repubblica Democratica Tedesca (la DDR), così legata all’URSS da essere ancora chiaramente riconoscibile da moltissimi indizi: l’architettura, la tradizione culinaria, la fisionomia delle persone e dettagli impalpabili, come i pullman del sightseeing che si fermano davanti al dormitorio dove abitava Angela Merkel quando studiava fisica all’università negli anni Settanta del secolo scorso.
Ma Lipsia è anche la città della musica, la città di Bach, Wagner e Mendelssohn. La Thomaskirche offre un programma musicale ricchissimo. È stato spulciando il calendario del sito ufficiale che ho scelto la mia partenza, ma ogni fine settimana ci sono diversi concerti in occasione delle funzioni luterane, alle quali è possibile partecipare spendendo… 2 euro! E quando si dice “partecipare” lo si fa sul serio: a ognuno viene consegnato un foglio con i testi, che spesso include qualche rigo di pentagramma per dare il proprio contributo nelle parti in cui deve intervenire “il popolo”.
A lato della Thomaskirche, faccio un salto al monumento che ricorda Bach, che visse a Lipsia dal 1723 al 1750 ricoprendo il ruolo di Kantor: una sorta di sovrintendente per la musica delle diverse chiese cittadine, come la Thomaskirche (con il famoso Thomanerchor, coro di voci bianche di fama mondiale) e la Nikolaikirche. Attraversata la strada, entro nel museo dedicato al grande musicista e compositore: la struttura è piccola, ma offre la possibilità di vedere strumenti originali e ascoltare opere di Bach. La vista della Thomaskirche che si ha dalle finestre del museo è molto suggestiva.
Lipsia celebra l’eredità bachiana ogni anno, nel mese di giugno, quando si svolge il BachFest, appuntamento consigliatissimo per gli appassionati di musica barocca e non solo. Diverso ogni anno, il festival propone musica di tutti i generi: per alcuni “addetti ai lavori” Bach è il padre della musica jazz e il jazz viene proposto sia negli eventi minori sia sul palco principale. La partecipazione al festival impone però di non improvvisare, perché gli hotel diventano più costosi, gli eventi a pagamento richiedono a volte un vero e proprio investimento e l’acquisto dei biglietti di ingresso agli eventi tramite il sito del festival non è immediato come si potrebbe pensare.
È già il 25 novembre: è tempo di organizzare.
[Testo di Nicola Rossignoli]