Romano di nascita e cittadino veronese, Luigi Licci è il primo uomo che io abbia conosciuto a essere stato… adottato da una libreria. Faceva il broker assicurativo fino a quando, una decina d’anni fa, ha incrociato il destino di “Gulliver. Libri per viaggiare” ed è diventato un artigiano della lettura. Chi ha un minimo di confidenza lo chiama “lo spacciatore”: in via Stella a Verona, aspetta serafico che qualcuno faccia il suo ingresso nella sua libreria per dispensare titoli, autori e case editrici. Manualistica, cartografia e narrativa. Chiedete, e lui inizierà a raccontare.
A fine ottobre, in una giornata che dell’autunno aveva solo il buio da cambio dell’ora, una chiacchierata per uno scambio di idee è diventata occasione per vederlo all’opera e aggiungere nuovi titoli alla lista delle letture e destinazioni a quella dei desideri di viaggio.
Il primo spunto è stato africano: Fuga sul Kenya. 17 giorni di libertà di Felice Benuzzi. «Appassionante e romantico», mi dice Luigi. È il viaggio, riscritto a distanza di anni, di tre italiani fuggiti da un campo di prigionia britannico nel 1943 con il solo obiettivo di conquistare la vetta del Kenya (cioè il monte Kenya). «Racconta un’Africa orientale che noi non potremo vedere più».
Seguendo un ragionamento che mi sfugge, passa al Mondo via terra di Eddy Cattaneo. L’idea di un italiano che lascia il lavoro e compie 40 anni mentre è in viaggio intorno al mondo (un circolo da est a ovest senza prendere aerei) mi fa pensare che sia un titolo in linea con le mode del momento. Invece Luigi mi smentisce subito: «Narra la sua storia con profondità e divertimento e raccoglie dettagli pratici per ogni paese attraversato in comode schede. Ma è anche la dimostrazione del fatto che i viaggi, anche quelli di una vita, sono possibili senza necessità di lasciare tutto: tornato a casa, ha ripreso il suo lavoro, e pare che da qualche anno sia felicemente fidanzato con una vecchia compagna di scuola…».
Seguono combinazioni “titolo + autore” che iniziano a svelare la passione di Luigi per gli scrittori italiani: di Paolo Cognetti invita all’assaggio di Il ragazzo selvatico più che delle Otto montagne, perché autobiografico e intriso di passione per la montagna; di Emilio Rigatti, piuttosto che La strada per Istanbul (racconto dell’impresa ciclistica condivisa con Paolo Rumiz e Francesco Altan), suggerisce Italia fuori rotta per andare dal Friuli al Sud Italia seguendo itinerari che non troveremo proposti altrove. La vera commozione di libraio / famelico lettore sboccia al nome di Stefano Malatesta: «È uno scrittore divino. E questo è di per sé motivo sufficiente per consigliarlo. Ma in più il suo Il cammello battriano. In viaggio lungo la via della seta è stato riportato in vita come un’araba fenice».
Alla fine non mi trattengo e gliela butto lì: «Luigi, ma perché solo italiani?». Lui risponde che bisogna smettere di pensare che la letteratura di viaggio sia territorio solo anglosassone, ma mi concede qualche spunto di provenienza extra-Stivale:
- In viaggio contromano di Michael Zadoorian, dal quale è stato tratto il primo film made in USA di Virzì con Helen Mirren e Donald Sutherland. Una coppia di anziani che fugge in camper verso l’Ovest. «Follia», dice Luigi, e mi viene voglia di andare a verificare;
- Indian Creek. Un inverno da solo sulle montagne rocciose di Pete Fromm. «Ambientato in Idaho, è un romanzo di formazione. È Into the wild ma con un bel finale. Però non dirlo a nessuno». Quindi voi non ditegli che ve l’ho detto!
- Great plains di Ian Frazier, che però non è ancora stato tradotto dall’inglese. «I libri di viaggio sono come il viaggio: non ci saranno nuovi mondi da scoprire, ma ciascuno di noi potrebbe scoprire qualcosa per sé». Così scopro che Luigi Licci offre anche un catalogo di citazioni, se non bastassero i libri;
- la trilogia di Patrick Leigh Fermor (Fra i boschi e l’acqua, Mani, La strada interrotta), che è un monumento tanto al viaggio, visto che racconta i 3 anni impiegati per raggiungere Bisanzio dall’Inghilterra, quanto al potere del racconto, dato che è solo frutto della sua memoria (durante il viaggio gli rubarono i taccuini che custodiva insieme al bagaglio).
Dopo avermi convinta del fatto che il viaggio è più gustoso se lo fai con qualcuno che te lo sa raccontare bene, mi abbandona al mio destino e io mi riprometto di tornare prima di Natale. Se foste in ritardo con gli acquisti natalizi, potete passare da Luigi e chiedere qualche altro spunto. Un consiglio: portatevi una valigia con le rotelle per rendere il trasporto più agile e più immediata la vostra partenza.