Marco è un musicista, un barbiere di professione e ama i tatuaggi. Viaggiatore solitario, era diretto in Finlandia da un amico e io gli ho proposto una sosta a Edimburgo. Città musicale e gotica, ho pensato sarebbe stata nelle sue corde, e infatti…
Edimburgo è una città incantevole, a misura d’uomo e piacevolissima da girare a piedi. Io sono partito senza un obiettivo preciso, spinto solo dal desiderio di godermi appieno e con ritmo lento la città.
Sono partito dal suo cuore, la via principale chiamata Royal Miles, scenografica strada affiancata da palazzi e case d’epoca, che collega il castello al palazzo reale di Holyrood. Viuzze secondarie ricche di negozietti, pub e ristoranti si diramano sui due lati, e la mia esplorazione ha avuto inizio scendendo lungo una di queste. È così che sono sbucato su Victoria Street, con le sue piccole case colorate, i negozi di abbigliamento classico e i souvenir del magico Natale già in esposizione a metà ottobre.
Victoria Street conduce al quartiere di Grassmarket. Lungo il percorso, un antico pozzo del 1600, presenza tipica nella Old Town, fa da cartello segnaletico del percorso. A proposito di antichità, in Grassmarket si riuniscono quasi tutti i pub più antichi di Edimburgo (il White Art Inn è persino il più antico di tutta la città) con la loro immancabile musica live. Ma non mancano nemmeno discoteche e ristoranti.
Non ho resistito a una sosta al cimitero di Greyfriars, consigliatissimo agli amanti del Gotico, ma conosciuto da tutti perché ospita la tomba di Bobby. Chi era Bobby? Un dolce cagnolino tanto fedele al suo padrone al punto che quando quello morì, nel 1858, visse sulla sua tomba fino 1872. Furono gli abitanti di Edimburgo a farlo seppellire a Greyfriars, lo stesso cimitero del suo padrone, e la Walt Disney prese ispirazione dalla sua storia per un film del 1961.
Si potrebbero trascorrere ore passeggiando tra Victoria Street e Cowgate Street: storie e leggende legate ai fantasmi abitano tutta la Old Town, per questo è facile incappare in tour guidati della città sotterranea e luoghi da brivido (in questo quartiere venivano eseguite le condanne a morte…); qui si trovano anche il National Museum of Scotland e l’università.
Ritornato sulla Royal Miles, questa volta scelgo la direzione opposta e mi ritrovo in un reticolo di vie minuscole, alcune collegate tra loro da incantevoli piccole corti. Trovata l’uscita del labirinto, mi avvio lungo North Bridge. Con una camminata di circa 15 minuti, superato l’imponente monumento gotico dedicato al poeta Walter Scott, raggiungo Prince Street, a ridosso della New Town. Qui l’architettura più moderna definisce vie che formano saliscendi ricchi di negozi per tutti i gusti.
Alla fine di Prince Street, istintivamente svolto a sinistra e raggiungo il Dean Village. Il tempo in questo quartiere sembra sospeso: un grazioso borgo immerso nel verde e affacciato sul fiume Leith, è il posto ideale per chi vuole scattare fotografie suggestive. Nel XIX secolo i mulini sfruttavano l’energia del fiume, peccato non poterli ammirare ancora oggi!
La mia passeggiata solitaria continua fino al quartiere di Stockbridge, l’anima bohémien di Edimburgo, con le sue botteghe pittoresche. E poi, prima di tornare al punto di partenza, una piccola deviazione mi fa scoprire Rock Path, un quartiere antico che è stato la fonte d’ispirazione per lo sviluppo urbanistico della città.
Ripresa Prince Street in senso contrario, visito il cimitero storico di Carlton Road con le sue tombe di filosofi e poeti (intravedo il nome di David Hume). Il cimitero si trova ai piedi di Calton Hill, punto panoramico dal quale si può immortalare una delle vedute più famose e affascinanti della città: la vista a 360° si spinge quasi fino al mare.
So di aver camminato per qualche ora, ma non saprei dire con maggiore precisione. Alcuni scorci mi hanno rapito completamente e non ho potuto fare altro che lasciarmi trascinare dal fascino misterioso di Edimburgo.
[Testo di Marco Antolini]