Quanto pesa l’uomo sul pianeta? Non serve parlare di chili o di impronte ecologiche, per farsene un’idea basta pensare a quanto poco è bastato perché, in assenza dell’uomo, i delfini si divertissero davanti al castello di Miramare e i cerbiatti occupassero le strade della val d’Intelvi per le lotte primaverili; i canali di Venezia hanno mostrato i loro fondali e la foschia si è ridotta in pianura Padana.

Stanchi di fare gli spettatori dalle finestre di casa, gli umani stanno tornando per strada ed è facile pensare che la Natura si ritirerà di nuovo per fare loro spazio. La Fase 2 è appena iniziata, e si parla di ripensare la quotidianità e di ripensare il viaggio. Oltre agli adeguamenti imposti per prevenire ogni possibile nuova diffusione dei contagi di COVID-19, c’è chi invita a fare tesoro dello stupore di fronte al salto del delfino a Trieste. Tra di loro c’è Fabiola, ex consulente fiscale e tributario, ora travel blogger e consulente di viaggio, da sempre legata a una dimensione di viaggio consapevole e con un’attenzione speciale per l’ambiente.

Fabiola Marconi, ex consulente fiscale e tributario, ora travel blogger e consulente di viaggio, è da sempre legata a una dimensione di viaggio consapevole e con un’attenzione speciale per l’ambiente..

Foto di Fabiola Marconi

 

Ripensare il viaggio dalle emissioni di CO2

«Ho sempre cercato di organizzare i viaggi privilegiando strutture sensibili alle tematiche ambientali o che reinvestono in tutela faunistica o ambientale, i servizi meno impattanti per i trasferimenti e attività che promuovano il contatto con la natura», ci ha raccontato Fabiola in questi giorni, mentre nel gruppo dei consulenti si pensava al futuro dei viaggi, ascoltando curiosi le notizie delle riaperture di alcuni aeroporti e incrociando le dita per una progressiva ripresa di tutte le attività, viaggi compresi.

Ma la sua posizione non è solo teoria e idealismo, al contrario Fabiola ha i piedi ben piantati per terra: «Mi sposto molto in bici e a piedi, non compro plastica o al limite prediligo aziende che usano plastica o carta riciclate. Compro prodotti locali e di stagione, e non acquisto acqua imbottigliata ma utilizzo un depuratore domestico. In viaggio però mi scontro spesso con realtà ancora lontane da quello che vorrei fosse il cambiamento a livello globale. In alcune regioni asiatiche, per esempio, risulta difficile bere senza comprare plastica».

«Ho sempre cercato di organizzare i viaggi privilegiando strutture sensibili alle tematiche ambientali o che reinvestono in tutela faunistica o ambientale, i servizi meno impattanti per i trasferimenti e attività che promuovano il contatto con la natura», ci ha raccontato Fabiola in questi giorni.

Foto di Fabiola Marconi

 

Sa bene che non tutti siamo ugualmente disposti a impegnarci in gesti quotidiani, ma ha condiviso con noi una proposta interessante: lei compensa le emissioni di CO2 dei suoi viaggi finanziando la piantumazione di alberi, e lo propone anche a chi viaggia con lei. Ha scelto di collaborare con ZeroCO2 per due motivi precisi: «Prima di tutto per la tracciabilità. Cioè è possibile conoscere tramite sistema GPS la posizione degli alberi acquistati, ma anche monitorarne la crescita attraverso fotografie personalizzate. E poi per l’impatto sociale dei progetti, perché gli alberi vengono donati a comunità contadine in giro per il mondo, contribuendo al loro sostentamento, e si finanziano progetti di formazione su agricoltura organica e gestione sostenibile della terra, in collaborazione con le università locali». Ha contatti diretti con ZeroCO2, e la sintonia immediata che si è creata con loro le ha dato la conferma definitiva della bontà della sua scelta.

Ma come funziona?

ZeroCO2 calcola le emissioni di ogni viaggiatore in funzione delle caratteristiche del viaggio. Quindi è possibile scegliere tra diverse tipologie di alberi, in quantità differente a seconda della “capacità di compensazione” della specie arborea.

Foto di Fabiola Marconi

 

ZeroCO2 calcola le emissioni di ogni viaggiatore in funzione delle caratteristiche del viaggio. Quindi è possibile scegliere tra diverse tipologie di alberi, in quantità differente a seconda della “capacità di compensazione” della specie arborea.

«La loro principale piantagione si trova in Guatemala. E in futuro vorrei recarmi sul posto per fare un reportage, per vedere con i miei occhi come lavorano e interagiscono con le comunità locali» ha concluso Fabiola. Nonostante le difficoltà del suo rientro in Italia dal Sud-Est Asiatico proprio a causa del COVID-19, lei non ha mai smesso di parlare di viaggi e di avere fiducia nel fatto di poter ripartire molto presto.