C’è chi ama i grandi festeggiamenti a Capodanno e chi invece preferisce essere in giro per il mondo. Ecco, io e i miei 8 compagni di viaggio abbiamo scelto di essere in giro per il mondo, in Giordania per la precisione.
Il nostro tour parte da Amman, che si rivela una sorpresa. Non solo per la Cittadella, che ci dà subito l’idea di quello che troveremo in vari siti della Giordania: resti “a strati”, di epoche diverse, rimaneggiati più volte, con un risultato finale di luoghi ben conservati o ricostruiti. Ma anche per il souq, per i canti dei muezzin che richiamano alla preghiera, per il colore uniforme della parte vecchia della città che diventa più intenso al tramonto.
Sperimentiamo subito la cucina tipica, che ci entusiasma. Hummus e salse di melanzane non mancano mai. E scopriamo una bevanda buonissima preparata sul momento, a base di succo di limone e foglie tritate di menta. Ci piace così tanto che, in pratica, non berremo altro per tutto il viaggio.
La tappa successiva è Jerash, con un sito archeologico superbo: ottimamente conservati 2 anfiteatri, l’ippodromo, il cardo e il decumano. Sono principalmente resti romani su rovine greche, ma sempre con restauri, aggiunte e modifiche di epoche successive.
Attraverso un paesaggio brullo dove domina il rosso punteggiato dal verde degli ulivi, andiamo poi al castello di Ajlun, molto articolato all’interno, insolito rispetto ai nostri castelli, e in una posizione sopraelevata che permette una vista a 360°.
Vista altrettanto spettacolare si gode dal monte Nebo, dove lo sguardo può spaziare da Gerico a Betlemme, a Gerusalemme, a un tratto del mar Morto, perdendosi su un paesaggio dolcemente ondulato e arido ma piacevole alla vista.
A Madaba possiamo ammirare il primo mosaico che rappresenta una mappa della Palestina, ben conservato.
Iniziamo quindi il trasferimento lungo la strada dei Re e poi la strada dei Deserti, passando sopra al Wadi Mujib, in un paesaggio che ci lascia senza fiato, ondulato, giallo, brullo, con il profondo canyon.
Arriviamo finalmente a Petra, che attendevamo con ansia. Scopriamo che non sapevamo nulla: pensavamo che comprendesse semplicemente il siq (la strettissima gola da percorrere a piedi) e la famosa facciata del “Tesoro”, più qualche altra tomba qua e là. E invece ci ritroviamo in un sito enorme, dove il “Tesoro” ci accoglie in ombra, con il suo colore giallo-rosa, ma non è che la prima di una serie di facciate meno imponenti ma altrettanto affascinanti.
E poi c’è il Monastero: per arrivarci bisogna salire (e poi scendere!) 800 scalini irregolari scavati nella roccia, ma la fatica e il rischio di cadere sono ampiamente ripagati quando si giunge sulla cima e ci si trova davanti un’altra facciata imponente, questa volta di un giallo accecante, perché è illuminata dal sole. Saliamo solo in 3 (in cima, ovviamente, ci beviamo un limone e menta) e, una volta scesi, ci concediamo il tragitto di ritorno in dromedario. Arrivati al “Tesoro”, lo troviamo diverso, più rosso alla luce del tramonto.
Bella anche Piccola Petra, dove vediamo una delle poche facciate che si pensa fosse un’abitazione, anziché una tomba come tutte le altre.
Partiamo poi per il Wadi Rum, lungo una strada meravigliosa. Siamo nei luoghi dove sono stati girati i film Lawrence d’Arabia e il più recente The Martian.
All’arrivo ci attende il pranzo in un accampamento beduino, poi in 4×4 ci addentriamo nel deserto, alla scoperta di panorami indescrivibili, tra dune sabbiose, spuntoni rocciosi, canyon battuti dal vento, e soprattutto il silenzio.
Ultima tappa il mar Morto. Ci arriviamo percorrendo una strada molto panoramica, e il primo colpo d’occhio ce l’abbiamo dall’alto. Spiccano i colori intensi dell’acqua, anche se la giornata non è soleggiata.
Nonostante il vento e la temperatura non proprio invitante, in 3 (gli stessi irriducibili degli 800 gradini) facciamo il bagno e ci lasciamo imbrattare con i famosi fanghi. Poi sauna, bagno turco, jacuzzi e tisane, per concludere il nostro viaggio con un momento di relax.
Non riusciamo a sperimentare il galleggiamento, perché il mare è mosso. Ma non importa, sarà la scusa per tornare un’altra volta in Giordania, dove abbiamo lasciato un pezzetto di cuore e dove abbiamo visitato Petra, uno dei luoghi che almeno una volta nella vita bisogna vedere.