Si viaggiava per tanti motivi, altrettanti bisogni; anche se il viaggio è in sciopero, i bisogni sono rimasti. È per questo che la teoria dei mezzopienisti secondo cui la pausa forzata dal viaggio ci insegna a non dare nulla per scontato è un allenamento alla pazienza e alla gratitudine, non ci convince e pare una consolazione piuttosto magra. Quando il bisogno bussa e tu, che sai benissimo che cosa dovresti fare, non puoi fare altro che startene lì con il tuo bisogno insoddisfatto, allora inizi a scocciarti: ti senti frustrato. Capire quale sia il bisogno che continua a bussare alla nostra porta e a farci rimpiangere la possibilità di viaggiare è il primo passo per trovare un po’ di sollievo.
La ricerca di novità
Ogni tanto si sente il bisogno di qualcosa di nuovo, un luogo mai visto prima, una cultura che apprezza colori e sapori che appaiono insoliti, un clima diverso, un nuovo scenario da guardare dalla finestra. Non importa se sarà per un giorno o per qualche mese. Potersi spostare sufficientemente lontano da non riconoscere più tutte le parole di una frase o gli ingredienti di una pietanza mette alcuni di buon umore. Che sia una questione di curiosità, il piacere della scoperta, o la tendenza ad annoiarsi in fretta non importa. Il viaggio può essere sinonimo di stupore, anche solo per i suoi imprevisti.
Photo by N. on Unsplash
Prendersi una pausa
Un momento di riposo, il tempo di rinfrescarsi le idee o di recuperare le energie. Staccare per un istante. Magari senza mai spegnere telefono e notifiche, ma sicuramente disattivando la sveglia e svuotando l’agenda da impegni e liste di cose da fare. Concedersi l’ozio e, perché no, condirlo con qualche altro vizio. Rendersi irrintracciabili, allontanarsi a sufficienza da uscire dal raggio d’azione delle richieste altrui senza doversi fingere morti come gli opossum. Il viaggio rende stranieri ed estranei, ci libera dai vincoli di vicinato e dalle aspettative altrui, ci lascia stare sospesi.
Photo by Ethan Robertson on Unsplash
Prendere le distanze
Ci si può allontanare dalla propria vita? Mettere la distanza per guardarla da lontano e riuscire meglio a cogliere la visione d’insieme. A volte, in viaggio, si può persino avere l’impressione di individuare la direzione che si sta seguendo, distinguere deviazioni, soste, porte in faccia e cambi gomma, riuscendo a sbrogliare dubbi e scoprire nuove rotte. A volte si parte per sapere che cosa diamine fare al ritorno, a volte si parte e si capisce che non ha senso tornare. Aiuta a chiarirsi le idee, ridimensiona paure e preoccupazioni, alimenta la nostra fiducia.
Photo by Heidi Fin on Unsplash
Non è una soluzione definitiva, certo. Ma per lo meno, nell’attesa che tutto il settore si rimetta in moto, tornando a soddisfare anche i bisogni concretissimi di chi con il turismo si mantiene, non si rischia di finire a odiare il viaggio, addossandogli colpe che non ha. Perché il viaggio è un amico fidato che bisogna tenersi stretto.