Partire per una settimana di mare in Toscana a inizio ottobre potrebbe suonare come una piccola follia. Sembra ragionevole aspettarsi i contrattempi tipici di una vacanza o di un viaggio poco studiati (tipo poco sole, bassa temperatura, desolazione e servizi zoppicanti). Del resto non è un caso se per ogni destinazione e attività ci sono un periodo consigliato e uno sconsigliato, esistono un’alta e una bassa stagione. Eppure…
Io non lo sapevo, ma la Toscana a ottobre diviene terra di tedeschi e svizzeri con qualche incursione di inglesi e polacchi e, se non hai tratti somatici indiscutibilmente mediterranei, non avrai modo di incontrare un toscano che ti parli in italiano. Piuttosto, nel dubbio, si fermano al saluto, ti dicono «Buongiorno» e aspettano in agguato di sentire con quale accento risponderai. Il “buongiorno”, tra l’altro, può risultare troppo breve per avere la certezza della provenienza di chi lo pronuncia, così spesso proseguono in inglese. Se tu li cogli in contropiede con un «perché non mi parla in italiano che facciamo prima?», finisci per essere accusato di avere un fenotipo mimetico, cioè di essere un traditore della patria per i tuoi capelli rossi e la carnagione della tinta degli spiriti. In pratica ti ritrovi straniero tra gli stranieri e straniero a casa tua. E quando ti ricapita un’esperienza del genere?
Il fatto che i costi di soggiorno siano quasi dimezzati in bassa stagione potrebbe avere il suo contrappasso nella difficoltà di trovare aperte le attrazioni del luogo e nella conseguente necessità di pianificare le proprie visite. Però, quando per strada ci sono poche persone e trovare parcheggio non richiede sforzo alcuno, passeggiare per i vicoli dei borghi medievali può rivelarsi un’esperienza più ricercata del completare la lista dei luoghi che le guide turistiche ti ordinano di visitare. Per esempio a Castagneto Carducci, dopo il 30 settembre, puoi vedere la dimora di Giosuè (Carducci appunto) solo tra le 15 e le 18 ma, mentre vaghi per smaltire la frustrazione della mancata coincidenza tra la tua visita e l’orario di apertura, ti puoi imbattere in una bottega di 200 anni (la Premiata Fabbrica di Liquori Emilio Borsi) che produce un liquore che si chiama Elixir China Calisaja, derivato dalla corteccia di china importata dall’Ecuador. E dimenticare così sia Giosuè sia la nebbia agli irti colli.
Spesso è la questione meteo-climatica a scoraggiare maggiormente nella scelta di una partenza fuori stagione. E se poi piove? E se poi fa freddo? In una settimana di mare in Toscana a inizio ottobre ho scoperto che quella è la stagione perfetta perché io possa godermi la vita da spiaggia: poca folla, temperature che non mettono a rischio la mia salute mentale, raggi solari che non mi riducono in un mucchio di cenere, pioggerella sporadica che mi dà la spinta per provare a esplorare i dintorni, anziché limitarmi a lasciare l’impronta sulla battigia. Ho anche avuto conferma di appartenere alla categoria dei nuotatori d’acqua fresca, che si tuffano in piscina non riscaldata alle 18, quando il sole ha di caldo solo il colore, per godersi bracciate solitarie e la sensazione del freddo, che ti rinvigorisce e poi ti lascia spossato ma soddisfatto.
In sostanza il motto “ogni cosa a suo tempo” sembra non essere del tutto azzeccata per i viaggi o, meglio, tolte questioni di sicurezza (non si parte per le Maldive per inseguire i cicloni tropicali se non si è meteorologi) e buon senso (se vai in Groenlandia d’inverno non aspettarti voli puntuali), accoppiare destinazione e attività con i periodi dell’anno può diventare affare personale, come la scelta del gusto di gelato preferito.