Le nostre consulenti dei Viaggi al femminile hanno lanciato, durante il lockdown da emergenza COVID-19, una sfida di scrittura di viaggio alle viaggiatrici italiane: da 350 a 600 parole per raccontare le avventure vissute a casa o quelle dell’ultimo viaggio. “In palio” la pubblicazione dei tre testi più emozionanti nel blog di Racconti di Viaggio.
Dopo aver faticosamente individuato le tre autrici candidate alla pubblicazione (Marinella Vacchina, Giulia Suman e Jessica Landoni), si sono fatte prendere dallo sconforto: c’erano altri due testi ai quali volevano dare spazio. Così si sono concesse una via di fuga ed ecco qui di seguito il testo di Gloria Bava e QUI quello di Franca Scoppa.
Da San Pedro al passo di Jama e poi una sterrata punta verso la mole immane del vulcano Licancabur, il paesaggio che ci circonda è maestoso nella sua cruda essenzialità sotto il sole splendente.
In uno spiazzo battuto dal vento dei tremila metri una linea di pietre segna il confine: di qua Cile, al di là una bandiera rossa-gialla-blu vibra nell’aria e un cartello dà il benvenuto in Bolivia.
In una specie di ovile c’è la postazione dei doganieri boliviani che controllano bagagli e documenti; si cambiano gli automezzi. Un certo numero di persone carica, scarica, prepara i fuoristrada per il viaggio, che in Bolivia sarà impegnativo. I visi, le capigliature, l’abbigliamento ci fanno capire che stiamo per entrare in un’altra realtà, si sente ora veramente l’atmosfera dell’altipiano!
Veniamo presi in carico da un terzetto di uomini che per nove giorni ci porterà su e giù per le tortuose e impervie strade boliviane alla scoperta di paesaggi splendidi: la guida Weimar, magro e scattante come una molla, alterna lunghi silenzi a momenti di loquacità impetuosa, interessato a farci conoscere e apprezzare al meglio “la naturaleza y la montagna en toda su majestad”; l’autista Juan, panciuto, baffuto, paziente, che fruga costantemente l’orizzonte per cercare il posto più favorevole per una bella inquadratura; Pocho, l’autista dell’altra auto, anche lui molto attento e cortese.
Questa è stata una delle più straordinarie giornate della mia vita. L’altipiano andino era uno dei punti cardine della mia strada di viaggiatrice per la curiosità di vedere quei paesaggi, di vivere in quelle atmosfere che avevo imparato a conoscere e amare sui libri. Quanto poi abbiamo visto passato il confine di pietre è stato superiore a ogni immaginazione, tante la bellezza, la maestosità, la meravigliosa solitudine che per tutto il giorno abbiamo attraversato. Sì, abbiamo viaggiato nella bellezza, nella maestosità, nella solitudine.
Pochissimi chilometri dopo il confine avanti a noi la visione immateriale e paradisiaca di montagne coniche con i fianchi lisci che si raddoppiano nello specchio delle acque trasparenti e impalpabili della Laguna Blanca.
Fatta poca strada siamo davanti a un’altra meraviglia: la Laguna Verde. Specchio d’acqua più grande del precedente, quando arriviamo ai suoi bordi presenta una liscia superficie azzurra, e già lo spettacolo è bellissimo; poi, sotto la carezza di una leggera brezza, le acque diventano verdi come un campo a primavera.
Sosta pranzo: i nostri autisti scelgono una caletta riparata ai bordi di una piccola laguna e ci preparano il picnic a base di carne al forno, cipolle, pomodori, pane, uova sode, formaggio, frutta: sarà questo il primo di una serie di pranzi in corso di viaggio con alimenti molto rustici e semplici, ma saporiti.
Sempre viaggiando fra montagne meravigliose che si susseguono all’infinito contendendo il cielo alle nuvole, arriviamo alla terza laguna: la Laguna Colorada.
Ogni laguna ha la sua specificità e bellezza: la Laguna Blanca mi ha esaltato per la delicatezza dei colori e la trasparenza dell’acqua, la Laguna Verde ha aggiunto alla bellezza l’imprevedibile dinamicità che fa di essa un qualcosa di vivo, la Laguna Colorada supera l’immaginazione. Non si può descrivere la meraviglia nel vederla dall’alto: acque rosso sangue solcate da nastri sinuosi di sabbia contrastano con il nero delle sponde ricoperte di ciuffi di erba ispida piegata dal vento e indorata dal sole; centinaia, forse migliaia, di fenicotteri rosa vagano leggeri sull’acqua cui contendono il colore. Sopra tutto il blu profondo e trasparente del cielo immenso. Sotto di noi soffici cumuli di nubi candide s’insinuano fra i monti: siamo a un’altezza vertiginosa.