Li chiamano special guest perché hanno bisogni specifici, standard più alti della maggior parte degli altri viaggiatori. Che la colazione sia continentale o inglese è un dettaglio trascurabile per loro rispetto all’altezza del letto e alla larghezza delle porte o agli spazi di movimento; alla piscina preferiscono scivoli per superare i dislivelli; alla spiaggia con ombrelloni e sdraio una spiaggia con passerella fino al mare e, perché no, un servizio di assistenza per l’entrata e l’uscita dall’acqua (almeno in alta stagione!).
Il successo di un viaggio con una persona con disabilità motoria dipende poco dal meteo e molto dalla disponibilità di informazioni relative a ogni istante del viaggio: l’aeroporto è dotato di finger per la discesa dei passeggeri? Sono disponibili mezzi attrezzati per il trasferimento dall’aeroporto all’hotel? Esiste un servizio di noleggio di auto o scooter con comandi alle mani? Quali zone della città o della regione di destinazione sono prive di barriere architettoniche? Esistono mezzi pubblici adeguati? Le domande sono infinite e variabili a seconda dell’abilità fisica residua del viaggiatore e delle attrezzature che deve portare con sé.
L’ho imparato in prima persona, da quando mio marito, rimasto vittima di un incidente in moto, ha perso l’uso delle gambe. Inizialmente i nostri viaggi prevedevano due fasi, la prima di sopralluogo e la seconda di partenza vera e propria. In pratica impegnavamo un fine settimana per verificare che la destinazione prescelta avesse tutti i requisiti necessari, e solo allora prenotavamo il nostro soggiorno. Perché, quando si hanno esigenze specifiche, ci sono dettagli a cui non ci si può adattare, semplicemente ci sono dettagli che fanno la differenza tra un viaggio e un’esperienza spiacevole.
La procedura del viaggio in due fasi, oltre a essere chiaramente costosa e non praticabile per lunghi viaggi, si è rivelata però inutile. Abbiamo infatti scoperto che esistono operatori turistici che si preoccupano di individuare le soluzioni di viaggio adeguate a questo pubblico specifico: sono loro ad andare in avanscoperta e a raccogliere l’elenco delle misure, dei servizi, delle opzioni. Ho iniziato a cercarli, ho testato con mio marito la qualità dei loro servizi e sono diventata una di loro: propongo viaggi a misura di special guest con disabilità motoria. Qualche esempio? Londra, Berlino, Messico, Santo Domingo e Tenerife.
In vista del Natale consiglio Tenerife: volo di medio raggio e destinazione che garantisce temperature ottimali anche per chi ha problemi di termoregolazione. E poi, dopo più di vent’anni di investimenti per rendere l’isola accessibile, i risultati si vedono: i 7 km di lungomare tra Playa de Las Americas e Los Cristianos sono la zona pedonale senza barriere più grande in Europa e sono 10 le spiagge accessibili (docce e servizi igienici adeguati, rampe di accesso e passerelle per il mare). I servizi di trasferimento sono all’altezza della situazione per escursioni sia individuali sia di gruppo: si sale sul Teide, il vulcano che è la cima più alta delle Canarie, e si può utilizzare un percorso realizzato appositamente per le persone in carrozzina; si scoprono le piantagioni di banani e la produzione di aloe, oppure si visitano le cantine per degustazioni di vino e prodotti locali. Parola di special guest!