Sontuosa, maestosa, regale, imponente, vasta. Bella? Bella come una nobildonna troppo impegnata a sventagliarsi il viso perché non le coli il trucco per accorgersi che tu sei entrato nella stanza a porgerle i tuoi più sentiti omaggi. Lei è bella, ma è distante. Lei è bella, ma tu non conti. Del resto la Reggia di Venaria non è uno chalet di montagna con il camino acceso in cui scaldarsi dopo una camminata sulla neve, ma è una dimora regale che doveva esaltare la grandiosità di una dinastia, oltre che fornire riparo. Quindi non ci si può lamentare se i soffitti sono tanto alti da farti sentire omuncolo ristretto e se, per non perderti nel labirinto di sale, corridoi, scale, piani, uscite, mostre e giardini, senti il bisogno di custodire la mappa della Reggia nella tasca interna del cappotto, neanche fosse la mappa del tesoro.
Se ami la formalità e il fasto, vai a visitarla. Se preferisci lo stile informale ma sei curioso, visitala dopo un minimo di preparazione spirituale, altrimenti rischi di sentirti fuori posto. Se hai problemi di orientamento e non sai leggere le mappe, parti comunque sereno, sapendo che potrai fare affidamento sul personale della Reggia, che è talmente abituato ai dispersi della Venaria da far seguire al saluto un “Dov’è che vuole andare?”, trascurando l’imbarazzante “Ma lei sa dove si trova?”. Magari non ti sei nemmeno perso, sei solo stordito da colori, materiali e informazioni disseminate in ogni dove, ma loro non lo possono sapere.
Serve almeno una giornata per entrare in sintonia con la Reggia, e i giardini diventano indispensabili per mantenere il proprio equilibrio mentale. Se ti accorgi che è la terza volta che passi attraverso la stanza della regina, allora costringi il personale della Reggia ad accompagnarti fino alla prima porta che sbuca nei giardini: respira, goditi la pace dello spazio aperto e le Alpi che sorridono in lontananza, e poi ritorna sui tuoi passi. Certo i giardini offrono la loro fioritura in funzione della stagione, quindi la primavera potrebbe essere il periodo consigliato, ma la fioritura chiama anche la folla e quindi devi decidere quale per te sia il male minore: niente fiori e meno folla o molti fiori nella folla?
Gestiti problemi stilistici e di orientamento, restano tre questioni da affrontare: fame, biglietto d’ingresso e mezzi di trasporto. Della prima non si muore grazie ai punti di ristoro interni alla Reggia e allo stuolo di locali che si srotola lungo via Andrea Mensa (un nome, una garanzia). La Reggia non è dispersa in aperta campagna, ma sono i suoi giardini che fanno “la campagna” del Comune di Venaria, quindi nei dintorni puoi trovare tutto quello di cui potresti sentire il bisogno. Per esempio, la stazione dei treni per evitare di arrivare in auto e limitarti invece a una decina di minuti a piedi per raggiungere l’ingresso della Reggia, o i parcheggi dove piazzare il tuo bolide per l’intera giornata (a pagamento, sì, sono a pagamento). La faccenda del biglietto d’ingresso, invece, dipende dalla ragione della tua visita, perché la Reggia custodisce la sua storia e quella della dinastia sabauda, ospita mostre temporanee e propone esperienze variegate. O sei un lettore appassionato e quindi puoi studiare e ripassare il sito della Reggia, altrimenti chiedi consiglio in biglietteria!
Esiste poi una soluzione molto più semplice: partire con noi il 18 maggio.