Chiunque organizzi i viaggi in autonomia o metta questa sua capacità al servizio di famigliari e amici può sentirsi un po’ consulente di viaggio. Ma ci sono alcuni elementi che distinguono il consulente di professione da quello per passione, soprattutto tra i consulenti di Racconti di Viaggio. Vediamo allora di capire che cosa fa il consulente di viaggio, in che modo può esserti utile o se è una professione che può fare al caso tuo.
Cosa fa il consulente di viaggio
Il consulente di viaggio fa almeno 3 cose:
- fornisce consigli su mete e itinerari in funzione dei gusti dei viaggiatori, del loro budget e del periodo a disposizione per il viaggio;
- organizza il viaggio, definendo percorso, attività e servizi necessari;
- fornisce assistenza ai viaggiatori durante il viaggio per avere garanzia che tutto proceda senza intoppi o per aiutare nella risoluzione di eventuali difficoltà o imprevisti (metti di essere in viaggio alle Azzorre e che il volo venga cancellato a causa del meteo, il consulente sa dirti cosa fare o provvede per te).
Come si diventa consulente di viaggio?
Non esiste laurea, diploma, abilitazione o attestato necessario per svolgere la professione, cioè non è presente un percorso di formazione codificato e riconosciuto. Diventare consulente di viaggio richiede una combinazione di formazione, esperienza pratica e passione per il settore, ma la “quantità” precisa di ciascuno di questi fattori varia molto da un professionista all’altro.
C’è chi inizia la propria carriera acquisendo una laurea in turismo, gestione alberghiera o un campo correlato. Ma c’è anche chi ha viaggiato e viaggia molto, ovunque, e impara così a gestire in autonomia itinerari, prenotazioni e pratiche burocratiche, e poi decide di mettere le sue esperienze e competenze al servizio di altri viaggiatori.
Al di là della loro storia personale, i consulenti di Racconti di Viaggio seguono un percorso di formazione pensato per garantire competenza, uniformità operativa e proattività nell’assistenza ai clienti.
I segni distintivi del consulente ci viaggio
Esiste una teoria, secondo la quale il consulente di viaggio per professione si distingue per sei abitudini particolari.
1. Quando vede passare un aereo, non può fare a meno di seguirlo per un po’ con lo sguardo, e in quel momento ti accorgi che non è più lì, ma in mille posti diversi. Cerca di indovinare dove atterrerà l’aereo, immagina posti esotici e, comunque, vorrebbe essere lassù, perché l’importante è andare.
2. Mentre torna da un viaggio, sta già pensando alla prossima meta; ma non la sceglie a caso: nella sua testa ha già bene impressa una lista di posti che lo impegnerà per i prossimi vent’anni e che si allunga di continuo.
3. Ogni volta che organizza un viaggio per qualcuno, ci mette tutta la sua passione e il suo entusiasmo, come se lo stesse organizzando per se stesso, così alla fine è come se partisse un po’ anche lui. In realtà, però, quello che davvero ha ottenuto è solo di aggiungere un nuovo posto da visitare o da rivedere nel suo elenco.
4. La sera, quando smette di lavorare, si sente quasi in colpa, perché non ce la fa proprio a considerare quello del consulente di viaggio un lavoro. E la domanda “che cos’hai fatto oggi?” gli crea imbarazzo, lo mette un po’ in difficoltà, perché la tentazione è quella di rispondere “mi sono divertito”.
5. Quando è in viaggio, ogni sera scrive qualche appunto sulla giornata trascorsa, cercando di annotare le emozioni e le sensazioni, per portarsele a casa insieme alle fotografie e, soprattutto, ai ricordi. Talvolta poi trasforma queste sue relazioni in articoli per un blog.
6. Quando non può viaggiare, si consola seguendo corsi di formazione sulle destinazioni, in genere proposti dagli enti del turismo dei vari paesi. Oppure partecipa ai travel open day, giornate dedicate a una destinazione specifica, che danno l’opportunità di conoscere tour operator locali in Italia. Queste giornate gli piacciono particolarmente, non solo per il pranzo a buffet gratuito, ma soprattutto perché si parla sempre inglese con persone straniere e così si sente in viaggio, ed è contento.
Equivale a un accompagnatore turistico?
La risposta è netta ed è un no: la distinzione è sia sostanziale sia formale. Dal punto di vista della sostanza, quindi dell’operatività, l’accompagnatore turistico accompagna e assiste persone e gruppi in viaggio, in Italia o all’estero, occupandosi del rispetto del programma e fornendo informazioni sulle zone visitate.
La differenza dal consulente di viaggio è però anche formale, infatti la professione di accompagnatore turistico prevede la frequenza di un corso di formazione con esame finale di abilitazione organizzato a livello provinciale per l’inserimento nel relativo albo professionale.
Insomma, per concludere: lascia che le conoscenze di un consulente di viaggio e il suo entusiasmo per i preparativi ti siano utili per organizzare al meglio la tua vacanza ideale. Oppure prova uno dei viaggi che un consulente ha organizzato per sé e che ha messo a disposizione di tutti. Oppure diventa consulente di viaggio anche tu!