La rivista di viaggio ti dice dove devi andare e, a volte, anche quando e come. Ti dice che qualcuno lì c’è già stato e si augura che anche tu, un giorno, possa fare lo stesso. Le ho sempre trovate un po’ irritanti per la loro tendenza a dirti cosa fare e a pensare che la tua aspirazione sia “solo” seguire le orme altrui. Ce l’ho un po’ anche con le guide di viaggio che richiedono la pazienza della consultazione, per capire come sono organizzate e dove si trova quello che ti interessa. Noiosissime da leggere dalla prima all’ultima pagina, infarcite di informazioni come un dizionario, credo possano essere causa di claustrofobia. Di recente, invece, sono comparsi un paio di progetti editoriali con il grandissimo pregio di unire parole e immagini con la finalità di rimettere in moto la curiosità per il viaggio, lasciando in secondo piano i dettagli pratici.
The passenger
Uscita bimestrale per una rivista che ha più lo spessore di una guida, sia in termini di pagine sia in termini di sostanza. L’editore, la milanese Iperborea specializzata in letteratura nordica, ne parla come di un libro-magazine. Il progetto è fresco fresco di stampa: il primo numero, tutto dedicato all’Islanda, è uscito in libreria a giugno 2018. In gestazione per i prossimi mesi ci sono Olanda, Giappone e Norvegia.
Un mix perfetto di racconti, inchieste, interviste, reportage e progetti fotografici curati nei dettagli. Le informazioni pratiche non mancano, ma restano ai margini in forma di infografiche. Le parole servono soprattutto per dipingere l’atmosfera del luogo superando stereotipi e arrivando alla sostanza. Si passa dalla letteratura alla musica, dall’economica allo sport, seguendo le tracce di autori che l’Isola la conoscono di persona e non per sentito dire.
Se state per partire per l’Islanda, recuperate il n.1 di The passenger; se volete arrivare al cuore di Olanda, Giappone o Norvegia, preparatevi a fare un salto in libreria nei prossimi mesi.
Sirene Journal
“Il mare fuori. Il mare dentro” recita il sottotitolo di questa pubblicazione che della rivista mantiene l’uscita mensile. Il grande formato, i colori pastello e la poesia delle storie la rendono invece una raccolta meditativa, con l’effetto calmante delle onde del mare. L’acqua salata è il filo conduttore lungo le pagine, ma a volte è solo un pretesto o un miraggio. Fa pensare agli esploratori di un tempo, anche se poi la si acquista solo online: arriva per posta, in una busta di cartone marrone con una sirena stampata al centro, poco distante dalla scritta “piego di libri”.
Il numero di 7 gira intorno al Mediterraneo e racconta storie che sembrano arrivate a qualcuno in bottiglia: una coppia di italiani gironzola con il kayak tra 32 isole greche, due giovani francesi percorrono la strada che dal Canada porta a Panama a bordo di un Westfalia del 1984, l’isola di Ogigia esiste davvero e si chiama Lipsi (o Lisso) e ti verrà immediatamente voglia di sfidare il Meltemi, il vento fresco che spazza l’Egeo in estate, per andarla a cercare.
Come dire: quel che serve oggi è riscoprire il perché dell’andare, perché sul “dove, come e quando” ormai ci sappiamo arrangiare.