Il modo migliore per visitare Venezia consiste sicuramente nel bighellonare senza meta, avendo in mente al massimo una direzione verso cui tendere. Perdersi tra calli, salizzade e campielli, trovarsi davanti all’improvviso angoli pittoreschi inaspettati, percorrere un sottoportego senza incontrare anima viva sono infatti “strategie” ideali per scoprire questa città.
Per dare un senso a questo bighellonare ed evitare così di ritrovarsi a girare in tondo, è illuminante leggere e tenere alla mano Corto Sconto. La guida di Corto Maltese alla Venezia nascosta. I due autori, Guido Fuga e Lele Vianello, hanno bighellonato per noi per circa trent’anni insieme all’amico Hugo Pratt, il creatore del famoso Corto Maltese che considerava Venezia il centro del mondo, e hanno poi messo su carta questi loro vagabondaggi.
Il risultato sono sette “porte”, sette itinerari che battono in modo dettagliato diverse zone, portando alla scoperta tanto di un piccolo drago in pietra scolpito su una porta in un improbabile cortile, quanto dell’imponente e turistica piazza San Marco. L’impressione che si ha, seguendo uno di questi itinerari, è di girare qua e là casualmente in modo organizzato, di perdersi in un labirinto con la piacevole sensazione che ci sia sempre qualcuno pronto a indicarci dov’è l’uscita.
A volte, per scovare un piccolo fregio in un cortile, ci si trova sul retro di un ristorante cinese, sopraffatti dall’odore di involtini primavera e dallo scoppiettare dell’olio che frigge. Non molto veneziano, e forse diverso da quello che trovava Pratt, ma sicuramente aumenta ancora di più quell’impressione di casualità. Altre volte le indicazioni sono un po’ nebulose, ma la conseguenza è che, invece di trovare l’angolino amato da Pratt, se ne scopre un altro altrettanto interessante.
Se si segue la guida senza cercare a tutti i costi di percorrere con precisione millimetrica viuzze e cortili battuti da Pratt, e senza tenere gli occhi sempre puntati sulle pagine anziché guardarsi intorno, la visita è realmente piacevole e rilassante.
Tra una corte e un ponte, un pozzo e un portone, gli itinerari conducono anche ai ristoranti preferiti da Pratt. Alcuni magari non esistono più, altri hanno cambiato gestione o cuoco, ma quello che resta è sicuramente la suggestione di mangiare dove amava mangiare Hugo Pratt.
Il pregio maggiore di questa guida, non da poco, è che si riesce a godersi angoli pittoreschi in solitudine anche nei giorni in cui la città è presa d’assalto dai turisti. Anzi, con questo libro in mano, i turisti che seguono un ombrello colorato tenuto in alto si tende a guardarli con una certa aria di superiorità, si prova quasi pena per loro.
La passione per la città che queste pagine trasmettono ci rende Venezia quasi familiare, ce la fa sentire un po’ nostra, o meglio, ci fa sentire come se ne facessimo parte. È una bella sensazione.