Spesso, quando si pensa a una meta per le vacanze, si va alla ricerca di destinazioni lontane, mete esotiche, e ci si dimentica di quanti posti magnifici ci sono a pochi passi da casa. La Croazia, per esempio, che dista solo 40 minuti di auto da Trieste, non l’avevo mai visitata, così due anni fa ho deciso di andare a scoprirla insieme al mio compagno e ad alcuni amici.
Dopo un’intera estate di lavoro, arriva il nostro momento. Partenza il 20 settembre: che le ferie abbiano inizio!
Il tragitto è stato molto piacevole. Una volta usciti dal Bel Paese, si abbandonano le autostrade e si continua per lo più su strade statali che permettono di godersi il paesaggio.
La nostra prima tappa è stata l’isola di Pag, che si raggiunge in circa 4 ore da Trieste prendendo il traghetto da Prizna. L’isola si è guadagnata la nomea di “nuova Ibiza” grazie alla sua intensa movida notturna, ma la grande affluenza di giovani si concentra nel pieno dell’estate, a scuole chiuse e durante la pausa degli esami universitari. A fine settembre, invece, abbiamo vissuto una Pag diversa: un’isola tutta da esplorare!
L’isola è un mix di paesaggi diversi, con la costa est più verdeggiante e quella ovest più brulla (oserei definirla quasi lunare), intervallate da cittadine moderne come Pag o Novalja (la patria del divertimento) e tipici paesini di pescatori, come Lun. Tra i punti forti ci sono sicuramente il mare e le sue calette, l’una diversa dall’altra. Sono meravigliose ed è stato piacevolissimo viverle senza il grande flusso turistico. Le cittadine sono tutte di piccole dimensioni, ben tenute, e si sviluppano con negozi e locali intorno al centro storico. Molto caratteristica la vecchia chiesa di Pag, un pochino fuori dall’attuale città, molto ben conservata. Anche l’enogastronomia è interessante, in quanto offre buoni prodotti locali a base di carne e pesce, vino di qualità ed è abbastanza economica. Un ristorante che consiglio è Na Tale, che si trova nella città di Pag e dove si mangia per lo più pesce.
L’ospitalità di Pag è semplice ma calorosa. Al nostro arrivo non abbiamo nemmeno fatto in tempo a scaricare i bagagli che i proprietari dell’appartamento che avevamo affittato ci stavano già aiutando a sistemarci e, nonostante parlassero solo croato, hanno saputo farsi capire. Le case sono essenziali ma pulite e tutte (proprio tutte!) mettono a disposizione attrezzature per il barbeque di prima categoria: si può cuocere tutto quello che viene in mente.
Dopo una settimana di mare, arriva il momento di rimettersi in marcia… per passare ai monti.
La seconda tappa del nostro viaggio in Croazia è stata il parco di Krka, conosciuto per le cascate e i laghetti visitabili a piedi. Per raggiungerlo è necessario prendere il traghetto che parte da Skardin (vicino a Sibenico e Zara). Il tragitto è davvero affascinante, perché prima sembra di fare una traversata tra i fiordi e poi si arriva in una vera e propria oasi naturale. Il parco si estende per un centinaio di chilometri quadrati, ma noi ci siamo limitati a visitare la zona più caratteristica: una passeggiata di circa un’ora che ti porta a visitare, oltre alle bellezze naturalistiche, vecchi edifici in cui vengono riproposti i vecchi mestieri, come la macinatura del grano con il mulino ad acqua o la lavorazione del ferro. Non mancano né servizi igienici né punti ristoro.
Dopo questa gita ci rimettiamo in marcia in direzione della nostra terza tappa, il parco nazionale dei laghi di Plitvice, custodito all’interno di una valle dolomitica.
Quando arriviamo a destinazione (noi abbiamo pernottato a Rakovica), è ora di cena, per cui, giusto il tempo di rinfrescarsi sotto la doccia, e ci rechiamo al ristorante per mangiare qualcosa: in questa zona della Croazia vi consiglio di assaggiare la carne! Essendo una zona di montagna, si ha la possibilità di mangiare anche la selvaggina. Un ristorante facile da trovare e che per qualità/prezzo ho trovato molto buono è il Restoran Marko.
Al risveglio partiamo alla scoperta del parco di Plitvice. Il luogo non perde il proprio fascino nonostante la giornata non sia delle migliori (7 °C e nebbia): i giochi d’acqua delle cascate, le grotte e la vegetazione rigogliosa mi fanno pensare alla Terra di Mezzo del “Signore degli anelli”. L’organizzazione interna è veramente efficiente e offre diversi percorsi, alcuni più brevi e altri più lunghi, uniti da punti di raccordo dove si trovano locali di ristoro.
La giornata vola e siamo di nuovo in movimento verso la nostra ultima meta, la città “occupata” da D’Annunzio, Fiume. La sensazione è che sia una cittadina pulita e in via di sviluppo con gente amichevole. Qui passiamo solo la notte prima di rientrare a Genova e concludere la nostra vacanza con una bandierina in più sulla cartina geografica e la soddisfazione di aver visitato luoghi tanto vicini tra loro, quanto diversi.