Dopo due giorni di assoluta autonomia, abbiamo deciso di partire con un tour di gruppo per un’escursione giornaliera nelle famose Highlands e raggiungere Loch Ness, in modo da avere un assaggio dell’entroterra scozzese.
10 Novembre: attraverso le Highlands fino alle rive di Lochness
Lo spettacolo delle Highlands ti lascia senza parole. Terre dai colori variopinti quasi fossero dei quadri e silenziose colline che ti osservano mentre passi al loro fianco; greggi di pecore che nella loro completa libertà vivono in simbiosi con il territorio (ci sono più pecore che abitanti in Scozia, per cui se decidessero di fare una rivolta, sarebbero in netto vantaggio). I paesaggi cambiano durante il viaggio, dai fitti boschi ai meravigliosi laghi in cui le montagne si specchiano raddoppiando lo spettacolo.
Raggiunta la valle di Glencoe, scenografia dello sterminio dei Macdonald da parte dei clan Campbell nel 1629, abbiamo assaporato il suo silenzio; è uno di quei luoghi dove l’uomo può essere solo spettatore. Poi, all’improvviso, ci siamo addentrati in un paesaggio invernale, con il bianco della neve che rendeva tutto magico e irreale.
Arrivati a Lochness avremmo potuto andare alla ricerca di Nessie con una barca provvista di sonar, ma abbiamo scelto di visitare la cittadina di Forth Augusts, grazioso villaggio con piccole casette in pietra, e di scrutare il lago dalla riva. Il forte che fù da difesa nelle guerre Giacobite contro i ribelli scozzesi del nord, ora è un abbazia benedettina, una vera perla del luogo. Il lago è molto profondo (dicono che potrebbe contenere tutta l’umanità) e le sue acque sono nere per il colore della roccia vulcanica che lo ospita. La giornata splendida, per niente scontata qui in Scozia in autunno, ha illuminato il paesaggio e, forse grazie a questa limpidezza, in lontananza nel lago credo di aver intravisto Nessie…
11 Novembre: l’arrivederci alla Scozia
Nell’ultima mezza giornata a disposizione, abbiamo deciso di restare a Edimburgo e di concentrarci su due tappe: il cimitero di Greyfriars e la collina di Calton Hill.
Il primo, oltre ad ospitare lapidi centenarie e macabre, custodisce una tomba molto particolare, quella del cane Bobby il quale, a partire dal 1880, vegliò la tomba del suo padrone per ben 14 anni, divenendo un piccolo eroe per gli abitanti della città. In effetti gli scozzesi nutrono un grande amore per gli amici a quattro zampe e si trovano facilmente piccoli cimiteri dedicati solo a loro.
Per l’ultima sosta, invece, siamo saliti sulla collina di Calton Hill dalla quale si può godere di una vista su tutta la città: quale modo migliore per un arrivederci alla Scozia?