Barcellona odia i turisti, dicono alcuni. Sicuramente una buona fetta dei cittadini della metropoli catalana non vede di buon occhio l’industria turistica, soprattutto per effetto degli affitti brevi che causano rincari ai residenti. Eppure la città pare costruita a misura di straniero di passaggio per la semplicità con cui ci si sposta da un quartiere all’altro, si trovano soluzioni di vitto e alloggio e si reperiscono senza fatica le informazioni per visitare ogni luogo. E Barcellona sembra non deludere mai.
Una città… facile!
A fine agosto i milioni di turisti si disperdono in città e la folla resta un concetto relativo, sia che si tratti di spostarsi dall’aeroporto al centro, di prenotare l’accesso alle attrazioni turistiche o di andare in cerca di un cono di jamón ibérico tra i banchi della Boqueria, il mercato coperto.
Per la massima libertà negli spostamenti è sufficiente scegliere la travel card di Hola Barcelona per la durata del proprio soggiorno: la metropolitana è pulita, puntuale, frequente e una ragnatela perfetta per coprire ogni destinazione che venga in mente. Poi, con l’app di TMB (la società che gestisce metropolitana e una parte delle linee degli autobus) si possono valutare le combinazioni dei cambi più convenienti, se proprio è un minuto risparmiato a rendere il turista soddisfatto.
Ogni attrazione turistica ha il proprio sito web che raccoglie informazioni utili, risposte alle domande frequenti e il canale per la prenotazione online, per cui ci si deve preoccupare solo di avere un’idea di quel che si vuol fare e poi tutto è a portata di click. E non ci si deve scervellare nemmeno per pranzi e cene, ché a ogni angolo compare un “qualche cosa” (taperia, cervezeria, ristorante o pizzeria) per sedersi e assaggiare od ordinare e spizzicare continuando a camminare.
Una “novità” consigliatissima
Tutti diranno che Barcellona è Gaudì e che quindi bisogna programmare una visita al Parc Güell, alla Sagrada Familia, a La Pedrera (Casa Milà) e alla Casa Batllò. Poi potrebbero divagare e consigliare le spiagge di Barceloneta, l’acquario, la funicolare del Montjuïc e di quella del Tibidabo. Sicuramente citeranno il Parco della Cittadella, l’arco di trionfo e Plaça d’Espanya con la fontana danzante. La lista invece dovrebbe iniziare da Casa Vicens, la prima casa di Gaudì: meno affollata, più raccolta eppure strepitosa per i suoi colori e le sue prospettive, oltre che occasione per scoprire l’evoluzione della città e la sua storia.
A Barcellona si torna
Personalmente ci sono capitata più volte senza averla mai davvero scelta: comparsa tra le opzioni di viaggio per via di qualcun altro che in quel momento proponeva una partenza e aveva deciso che la meta dovesse essere Barcellona. Così ho finito per visitarla involontariamente per tre volte a cadenza decennale e, nell’ultima visita, ho scoperto il motivo per cui meriterebbe tornarci di nuovo, tra altri dieci anni: non è mai stata la stessa e ha sempre saputo offrire nuove prospettive.
Indubbiamente tornare in un luogo non significa ripercorrere esattamente i propri passi, e ogni luogo cambia mentre cambiano pure noi: se un viaggio fosse identico al precedente sarebbe una natura morta. Non sono però mai tornata da Barcellona delusa e decisa a escludere ogni possibilità di ripetizione. Sono sempre tornata curiosa di tornarci, un giorno, tra una decina d’anni.