“Perché proprio in Iran?” o “Ma che cosa ci vai a fare in Iran?” sono le domande che mi sono sentita fare più spesso da chi mi chiedeva i programmi per le vacanze estive e io raccontavo di aver pianificato in Iran il mio tradizionale viaggio annuale. Alcuni erano scettici, altri certi della loro opinione su questo paese, in nessuno dei due casi la domanda arrivava da qualcuno che quel paese lo avesse già visitato.
“Perché in Iran?” è anche la domanda a cui si arriva chiacchierando durante il viaggio con le guide o con le persone con le quali si entra più in confidenza sul posto. In questo caso, però, la domanda nasconde in maniera educata e indiretta una questione più spinosa: “Che cosa pensate voi occidentali di questo paese?”.
Dopo aver passato quasi tre settimane a zonzo per l’Iran, accompagnata dall’autista-guida-ormai amico Omid, posso cercare di rispondere in maniera più consapevole.
1) Una storia e una cultura millenarie
Nonostante lo si dimentichi, gli iraniani sono persiani e poco hanno a che vedere, a esclusione della religione, con il mondo arabo.
La civiltà persiana ha origini lontanissime (la prima menzione a un popolo “persiano” risale all’800 a.C.) e una cultura che può competere in ricchezza con quella greca. La Persia richiama alla mente i nomi leggendari di Ciro e Dario il Grande, e vi assicuro che trovarsi a Pasargade e a Naqsh-e Rostam, davanti alle loro tombe che si ergono nel nulla, suscita un’emozione che non lascia indifferenti.
I persiani sono anche gli ideatori del complesso sistema dei qanat e delle torri del vento, i primi climatizzatori della storia. Questo ha consentito la costruzione dei famosi e rigogliosi giardini persiani, oasi di pace e di colore nel mezzo dei due deserti che attraversano il paese e che sono tra i più aridi al mondo. La nostra parola “paradiso” deriverebbe proprio dal persiano e si ricollegherebbe a questi giardini. Il che la dice lunga sulla bellezza di questi luoghi, molti dei quali sono diventati patrimonio dell’Unesco.
2) La proverbiale accoglienza iraniana
Se i media descrivono l’Iran come un paese che odia il mondo occidentale, la realtà che si incontra per le strade è completamente differente. Avevo già letto in guide e blog del tanto decantato popolo iraniano, ma ho voluto sperimentare con i miei occhi.
Credo di poter affermare che in nessun altro paese al mondo ho incontrato tanta genuina curiosità e apertura verso la nostra cultura. Moltissimi sconosciuti ci hanno chiesto di dove fossimo (ero in viaggio con mio marito), per poi risponderci semplicemente con un “Welcome to Iran”. Molti giovani ci hanno chiesto di parlare con loro per mettere in pratica il loro inglese. E passeggiando in una nottata estiva nella grande piazza dell’imam di Isfahan, dove le famiglie si trovano per cenare insieme sull’erba e sfuggire alla calura soffocante, ogni due passi siamo stati invitati a unirci a loro sui tappeti, per condividere una fetta di anguria o una tazza di tè (e senza alcun secondo fine, perché nessuno ha cercato di venderci prodotti di artigianato o servizi turistici).
3) La cucina iraniana
La cucina è a base di carne, riso e verdure. I sapori non molto diversi da quelli mediterranei ne fanno una cucina adatta anche a chi è meno aperto a cibi speziati.
Oltre ai tradizionali kebab (che non hanno nulla a che fare con il kebab turco, visto che qui si tratta di spiedini), sono da provare il tachin, un timballo di riso e pollo, e il fesenjan, uno spezzatino di pollo in una deliziosa salsa di noci e melograno.
L’Iran è poi la patria dei dolcetti: dai pasticcini al cocco e all’acqua di rosa, ai biscotti di pistacchio e mandorle… ce n’è per tutti i gusti! Che cosa c’è di meglio che chiudere il pasto con un bel gelato allo zafferano? L’Iran è il principale produttore mondiale di questo oro arancione, per questo lo zafferano viene usato in molti piatti, anche dolci.
Se quelle descritte non vi sembrassero ragioni sufficienti per iniziare a programmare un viaggio in Iran, aggiungo che il paese è estremamente sicuro per i turisti e che gli standard igienico- sanitari e il livello delle strutture alberghiere sono buoni. Se si supera la resistenza verso l’obbligo di indossare il velo per le donne, un viaggio in Iran è un’esperienza semplice, in grado di offrire lenti diverse attraverso cui guardare il mondo.